Mafia a Roma, Alemanno a Porta a porta: "Io
più povero di prima. Mai conosciuto Carminati"

Mafia a Roma, Alemanno: "Non ho mai conosciuto Carminati"
ROMA - «Sono uscito dal Comune di Roma più povero di quando ero entrato, ho dovuto vendere una casa e fare un mutuo, anche perchè il Pdl non mi ha aiutato». Lo ha detto l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno commentando l'inchiesta della Procura di Roma per la quale è indagato. Alemanno, ospite della trasmissione Porta a Porta, ha riferito di aver speso 2 milioni di euro per la campagna elettorale e di aver fatto mezzo milione di euro di debiti.



«Non ho mai conosciuto Massimo Carminati», ha detto Alemanno. Se le accuse emerse dall'inchiesta si dimostreranno vere significherà che «i miei collaboratori hanno tradito la mia fiducia». «Io - ha aggiunto Alemanno - quando sono uscite le prime notizie ho chiesto a Antonio Lucarelli, Riccardo Mancini e Franco Panzironi se avevano contatti con questi criminali e mi hanno risposto 'assolutamente no'».



«Io - ha sottolineato Alemanno - ho una storia di lotta contro la criminalità organizzata e la mafia. Ho chiesto più volte al Prefetto, al Questore se c'era un problema di criminalità organizzata a Roma e mi hanno detto di no. E anche alla Procura, prima di Pignatone, mi hanno detto che non c'era questo problema. Quando è arrivato Pignatone mi ha detto invece di non saperlo».



«Stento a credere - ha proseguito l'ex sindaco di Roma - che Franco Panzironi fosse a libro paga di criminali e comunque non accetto che i cinque anni della mia amministrazione vengano identificati con questi problemi». Alemanno ha poi riferito di essere «rimasto scosso dalle intercettazioni. Io ho dato fiducia a queste persone, se hanno tradito la mia fiducia io me ne faccio carico politicamente».



BUZZI E GLI IMMIGRATI «Altro che traffico di droga, Non hai idea che guadagno c'è sugli immigrati». Il braccio destro e sodale di Massimo Carminati nella cupola affaristica che ha avvelenato Roma, Salvatore Buzzi, intercettato svela qual è il suo business principale. Lui, signore delle coop, lo dice chiaramente in un'intercettazione allegata all'ordinanza di circa 1200 pagine: «il traffico di droga rende meno».



L'affare dei centri di accoglienza per rifugiati e immigrati è, secondo la Procura di Roma, garantito dall'ex vicecapo di gabinetto all'epoca del'amministrazione Veltroni, Luca Odevaine, descritto nell'ordinanza come «un signore che attraversa, in senso verticale e orizzontale, tutte le amministrazioni pubbliche più significative nel settore dell'emergenza immigrati».









Ancora nell'ordinanza si legge che Odevaine «utilizzasse i propri contatti istituzionali per suggerire soluzioni ed indirizzare le autorità competenti ad assecondare le indicazioni dallo stesso suggerite, dirette ad agevolare gli interessi degli imprenditori che con lo stesso condividevano interessi di natura economica, ed avvalendosi del credito garantito anche della sua qualificata posizione istituzionale nell'ambito del Tavolo di Coordinamento Nazionale».



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Ultimo aggiornamento: Giovedì 4 Dicembre 2014, 09:44
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