Primarie Pd, caos e veleni ovunque. La sinistra
dem furiosa, a Roma il caso schede bianche
di Alessandra Severini
A Roma il riconteggio delle schede da parte del comitato di garanzia ha certificato che le schede bianche sono state 567 e non 2866 come calcolato in precedenza. I voti validi sono dunque 43.607, i voti totali 44.501. A Napoli, la commissione ha invece respinto, perchè «presentato oltre il termine massimo», il ricorso dello sconfitto Bassolino che è andato su tutte le furie: «Invece di riflettere e discutere, il Pd chiude gli occhi».
I vertici dem provano a dimenticare in fretta e sostengono che a Napoli, «al netto di singoli episodi, il voto è stato regolare», mentre a Roma gli errori di calcolo sarebbero stati ininfluenti. Ma la sinistra del partito dà voce ai malumori con il solitamente cauto Pier Luigi Bersani, che parla di «irrituali pronunciamenti dei dirigenti del partito prima della riunione della commissione di garanzia» ed esprime «preoccupazione per il disagio che c'è fra i nostri elettori».
Il timore è che una parte del partito possa appoggiare candidati diversi da quelli indicati dalle primarie. A Napoli per esempio si dice che Antonio Bassolino possa decidere di correre da solo. E a Roma si lavora alla candidatura di Massimo Bray, dalemiano ed ex ministro che potrebbe essere appoggiato anche dalla lista di Ignazio Marino. Tra i fedelissimi del premier crescono i sospetti che nel partito si lavori per sabotare il progetto renziano di dare un nuovo volto al Pd. La resa dei conti è prevista per il 21 marzo, giorno della direzione. Qui Renzi parlerà chiaro ai ribelli.
Ultimo aggiornamento: Giovedì 10 Marzo 2016, 10:19
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