Jobs Act, il Pd si compatta. Renzi: "È la priorità".
Il cambio euro-dollaro ai minimi dal 2013

Jobs Act, il Pd si compatta. Renzi: "È la priorità". Il cambio euro-dollaro ai minimi dal 2013

di Alessandra Severini
ROMA - La minoranza Pd tende una mano all'esecutivo sulla riforma del lavoro e una soluzione di sintesi si fa possibile. Secondo me anche abbastanza agevole: basta volerlo, il messaggio dell'ex segretario Pier Luigi Bersani. Renzi per, che gira gli Usa assicurando che l'Italia far le riforme, non accetter compromessi al ribasso e ai malumori risponde: Il jobs act una priorit e se i sindacati sono contro, per me questo non un problema.





Il premier esclude anche che il suo obiettivo sia il voto anticipato: «Non è tempo di elezioni ma di riforme». La trattativa fra le diverse anime dem continuerà fino alla direzione di lunedì e riguarderà soprattutto il lasso di tempo entro il quale l'art.18 non sarà applicato ai neo assunti. Anche uno degli oltranzisti, come Cesare Damiano, ammette che si può pensare ad «un periodo di prova lungo» per il contratto a tutele crescenti, nell'ambito del quale il reintegro non è ammesso. Purchè però poi «tornino le tutele attualmente vigenti». E' possibile che tale periodo sia fissato a 5, 7 o 10 anni. Meno morbida la posizione della Cgil che prepara una manifestazione di piazza, forse per il 25 ottobre.



In parallelo al jobs act camminerà la legge di stabilità, con l'intenzione di stimolare la crescita. Probabile un intervento sull'Irap, mentre più difficile è l'allargamento del bonus di 80 euro a favore delle famiglie numerose. Eppure l'Istat ha certificato che i salari non sono cresciuti né a luglio né ad agosto e la crescita annua continua a essere la più bassa da oltre 30 anni. Calano anche le vendite, comprese quelle per i prodotti alimentari.



Davanti ad una ripresa che «sta perdendo slancio» in tutta l'eurozona, il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha assicurato che la Bce è pronta ad agire con misure ulteriori contro i rischi di deflazione. Questo fa pensare che Francoforte è pronta all'acquisto su larga scala di bond e titoli di Stato. Le affermazioni di Draghi sembrano aver avuto effetto: l'euro è scivolata ai minimi da due anni, sotto 1,27 dollari. Da maggio scorso, quando sfiorava 1,40 dollari, l'euro ha perso circa il 9% e secondo alcuni analisti l'anno prossimo potrebbe scendere fino a 1,20 dollari. Un buon segnale, almeno per l'export europeo.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Settembre 2014, 12:26
© RIPRODUZIONE RISERVATA