Missione Atalanta, il ruolo dell'Italia nella guerra agli Houthi nel Mar Rosso. Tajani: «La nostra fregata può solo difendersi»

Martedì 16 Gennaio 2024, 14:16

Ma gli Houthi risparmiano le petroliere

Dal monitoraggio del Centro Giuseppe Bono sull'evoluzione della crisi nel Mar Rosso emergono nuove analisi su quello che sta accadendo. L'attenzione si è concentrata fino ad oggi sul flusso delle merci, specialmente dei container, attraverso il Mar Rosso e il canale di Suez. Tuttavia, il Centro ha evidenziato che ci potrebbero essere rischi anche per il trasporto di energia in superficie e nelle infrastrutture sottomarine.

Per quanto riguarda il settore energetico, escludendo il caso di una petroliera norvegese, sembra che il traffico di petrolio nel Mar Rosso goda di una sorta di tolleranza da parte degli Houthi. Gli analisti hanno ipotizzato che ciò possa riflettere l'intenzione dell'Iran di evitare un'escalation nel conflitto, poiché colpire il traffico petrolifero potrebbe portare a una crisi globale, considerando che una parte significativa del traffico mondiale transita attraverso Bab el Mandeb.

Secondo l'analisi del Centro Giuseppe Bono, mentre il traffico di petrolio greggio potrebbe non subire un impatto eccessivo dalle azioni degli Houthi, la situazione è diversa per il traffico di gas, in particolare quello proveniente dal Qatar, e anche sull'oleodotto transarabico fino al porto di Yanbu sul Mar Rosso.

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