Latina, minacce di morte e avvertimento macabro, quattro arresti: i dettagli dell'indagine

Latina, minacce di morte e avvertimento macabro, quattro arresti: i dettagli dell'indagine

di Laura Pesino

Un pestaggio, poi un tentativo di speronamento con l'auto, minacce di morte andate avanti per mesi, fino a una lingua mozzata di un animale comparsa nella buca delle lettere di un uomo bersaglio delle intimidazioni. All'alba di ieri sono scattati gli arresti dopo un'indagine condotta dalla squadra mobile che ha portato alla luce l'intera vicenda maturata, stando alla ricostruzione, da richieste estorsive e da un proposito di vendetta per un affronto subito.


I NOMI
In manette sono finiti personaggi già molto noti agli archivi delle forze dell'ordine: il 47enne Fabrizio Marchetto e Remo Favero, 42 anni, entrambi all'epoca dei fatti sottoposti alla misura della sorveglianza speciale, insieme ai figli di Marchetto, Angelo e Luca, rispettivamente di 23 e 27 anni, incensurati. Sono ora accusati tutti di estorsione, lesioni personali e stalking e ieri per loro si sono aperte le porte del carcere. Fabrizio Marchetto in particolare è un personaggio di un certo spessore criminale e tra i suoi precedenti compare una condanna per la gambizzazione di Luca Troiani, cognato di Ferdinando Di Silvio il Bello, avvenuta nel 2003, mentre nel 2010 lo stesso Marchetto era stato destinatario di un tentativo di omicidio commissionato dal clan Di Silvio-Ciarelli per il quale erano stati condannati Andrea Pradissitto e Simone Grenga.
L'INIZIO
Tutto è scaturito da un'aggressione consumata lo scorso luglio a Latina, nei pressi di una tabaccheria, dove la vittima incontra Marchetto e viene improvvisamente colpita a calci e pugni. Mario C., questo il nome dell'uomo diventato oggetto delle intimidazioni, reagisce, colpisce a sua volta l'aggressore e poi riesce a scappare inseguito dai figli, schivando anche un tentativo di investimento e trovando riparo in un negozio di via La Marmora. La successiva denuncia però non chiarirà il movente del pestaggio. L'uomo dice di conoscere solo di vista Fabrizio Marchetto, eppure, tra reticenze e mezze verità, ammette di essere stato già nel 2018 bersaglio di un episodio analogo, apparentemente senza nessuna ragione. Tanto basta per spingere gli investigatori del vicequestore Giuseppe Pontecorvo ad approfondire le indagini per chiarire i rapporti tra i due uomini. Ma le persecuzioni non sono finite qui.
IL MESSAGGIO
A ottobre infatti si alza ancora il tiro e la vittima si ritrova nella cassetta delle lettere della sua abitazione la lingua mozzata di un animale, un chiaro atto intimidatorio che evidentemente sta a significare: Hai subito, ma ora non devi parlare. Un simbolo che «richiama secondo il gip le modalità tipiche di organizzazioni criminali strutturate, dimostrando di portare avanti le proprie pretese persecutorie, evidentemente connesse a un assordo e pervicace programma di vendetta». Ancora, nel mese di novembre, l'uomo è bersaglio di un tentativo di speronamento da parte dei due ragazzi più giovani, che lo inseguono in mezzo al traffico, gli mostrano con la mano il segno della pistola e gridano che lo avrebbero ucciso.
Da questo momento, dopo molti mesi di reticenza e timore, grazie anche alle attività tecniche di intercettazione telefoniche e ambientali, si riesce a rintracciare il filo logico delle azioni criminali, individuando il reale movente e l'intera, intricata vicenda pregressa che risale al 2018.
L'ANTEFATTO
L'antefatto chiama in causa Remo Favero, anche lui personaggio già noto per i precedenti, e una truffa assicurativa a cui aveva preso parte un giovane del capoluogo, anche lui con pesanti precedenti penali a carico, e dal quale Favero pretendeva delle somme di denaro.

Quando il ragazzo sparisce dalla circolazione forse lasciando la città, Favero e Marchetto rintracciano una sua conoscenza, appunto Mario C., e con atteggiamento intimidatorio lo incalzano a fornire informazioni sul ragazzo. Ne nasce un testa a testa e una violenta colluttazione in cui la vittima riesce alla fine ad avere la meglio. E' in quel momento che Fabrizio Marchetto si allontana proferendo una chiara minaccia: Questa sera vengo a casa, te sparo a te e tutta la famiglia tua, a tuo padre e a tuo figlio. Il resto è la storia nota delle ultime aggressioni, delle minacce e delle reiterate intimidazioni, tutto maturato a quanto pare per un proposito di vendetta della famiglia Marchetto.


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Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Gennaio 2021, 11:59
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