Amministrative, le liste elettorali sotto
il controllo dell'antimafia anche a Roma

Amministrative, le liste elettorali sotto il controllo dell'antimafia anche a Roma

di Sofia Arriva
Roma come Corleone o Casal di Principe. Le liste elettorali della Capitale saranno passate ai raggi X dalla commissione Antimafia. Un lavoro di osservazione delle liste per le amministrative del 5 giugno nei comuni sciolti per mafia, in quelli precedentemente sciolti per mafia e mai tornati a votare per esempio per mancanza di liste (come il comune di Platì) e in alcuni comuni che hanno avuto la commissione d’accesso e sono in commissariamento.

Si tratta di una decina di comuni: tra questi c’è anche Roma. Lo ha reso noto la presidente della Commissione Rosy Bindi, che presenterà una proposta all’Ufficio di presidenza. «C’è stata in ufficio di presidenza una sostanziale unanimità sulla relazione che ho illustrato la volta precedente e che è sostanzialmente pronta - afferma la presidente Rosy Bindi - c’è l’impossibilità da parte della Commissione di fare un lavoro su tutte le liste delle amministrative, con 1.400 comuni che vanno al voto e con più di 150mila candidati. I tempi e gli strumenti che abbiamo a disposizione sono limitati e non ci consentono di fare questo lavoro».

Qualunque campionamento sarebbe stato arbitrario. Nella relazione si denunciano due dati di fatto che sono per noi segno di particolare preoccupazione: sono proprio le amministrazioni locali il primo varco delle mafie nelle pubbliche amministrazioni, nei rapporti con la politica anche nell’economia. Quindi il nostro allarme è particolarmente forte. Si va a votare in molte realtà nelle quali le mafie hanno dimostrato di essere i luoghi di insediamento».

«Ho avuto mandato -ha detto ancora Bindi- di elaborare una proposta che farà parte della relazione che si caratterizza intorno a questi comuni che non potranno non essere oggetto di valutazioni da parte dell’Antimafia, ma la mera applicazione del nostro Codice non è sufficiente a fare l’effettiva foto del rischio di infiltrazione mafiosa. Su queste realtà faremo una relazione che andrà oltre l’applicazione del codice. Vogliamo acquisire informazioni che vadano oltre il semplice dato giudiziario legato al carico pendente dei reati». ri
Ultimo aggiornamento: Giovedì 14 Aprile 2016, 08:56
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