Sala, cadono le accuse per le due case:
il pm chiede l'archiviazione

Sala, cadono le accuse per le due case: il pm chiede l'archiviazione

di Angela Calzoni
L'intenzione della Procura di Milano, anticipata a giugno, subito dopo aver ricevuto l'esposto da parte dall'esponente di Fratelli d'Italia Riccardo De Corato, adesso è diventata atto concreto. Il procuratore aggiunto Giulia Perrotti e il pm Giovanni Polizzi hanno infatti inoltrato al gip Laura Marchiondelli la richiesta di archiviazione del fascicolo sulle case e le attività che il sindaco Giuseppe Sala non aveva dichiarato.

Il primo cittadino milanese il 26 aprile scorso, quando ancora non era sindaco, era stato iscritto nel registro degli indagati. Sala nell'autocertificazione firmata nel febbraio 2015 come commissario dell'Esposizione universale aveva omesso di indicare alcune proprietà: tra queste, le due case di vacanza in Engadina e in Liguria e alcune partecipazioni societarie. Mister Expo si era giustificato dicendo che si era trattata di una semplice dimenticanza. Per dimostrare di aver pagato regolarmente le tasse, Sala aveva anche pubblicato online i 730 degli ultimi cinque anni, nei quali tutte le proprietà comparivano regolarmente.

A denunciare la mancanza dell'allora candidato alla poltrona di Palazzo Marino, era stato l'ex vice sindaco e consigliere comunale di Fdi De Corato, che il 21 aprile scorso aveva presentato un esposto, convinto che Beppe Sala «secondo le previsioni del decreto sulla Trasparenza avrebbe dovuto dichiarare tutte le sue proprietà».

La procura, dopo aver indagato sulla vicenda delle case vacanza, ha ritenuto invece che Sala fosse stato responsabile solo di una condotta omissiva che, secondo il decreto sulla trasparenza del 2013, potrà eventualmente essere punita con una sanzione amministrativa da parte del prefetto Alessandro Marangoni.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 9 Settembre 2016, 09:39
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