L'esercitazione dei jet Nato in Grecia ha un aspetto diverso, nel momento in cui l'Occidente e la Russia toccano vette di tensione mai così alte dai tempi della guerra fredda. Da qualche giorno sulla costa ovest ellenica gli aerei degli alleati si alzano in volo e lavorano per 10 ore consecutive per «aumentare la prontezza al combattimento», si legge in un comunicato ufficiale della Nato.
L'esercitazione annuale Iniochos 22, arrivata alla sua settima edizione, è cominciata il 28 marzo scorso e durerà fino all'8 aprile. La base scelta è quella di Andravida, nel Peloponneso. L'esercitazione si svolge su invito. Le forze aeree greche mandano le richieste agli alleati, che possono decidere se partecipare o meno. Quest'anno, tra le novità c'è anche l'Italia, che si è unita a Francia, Slovenia, Stati Uniti e Cipro. Albania, Egitto, Austria, Macedonia del Nord, Regno Unito, India, Canada, Croazia, Kuwait, Marocco e Arabia Saudita partecipano invece come osservatori.
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I Tornado per la no-fly zone
L'aeronautica italiana ha inviato i suoi "Tornado", caccia multiruolo in dotazione anche alla Raf (Gran Bretagna) e alla Lutwaffe (Germania), utilizzati nel 2011 in Libia per far rispettare la no-fly zone, con funzione di soppressione delle difese aeree nemiche.
Nelle esercitazioni sono previste operazioni offensive di contrattacco, operazioni di difesa aerea, contributo della forza aerea alle operazioni a terra e il contributo della forza aerea alle operazioni marittime, missioni RECCE, missioni di ricerca e salvataggio in combattimento, missioni bersaglio sensibili al tempo e missioni di asset aviotrasportati di alto valore. Questa missione arriva dopo quella in Norvegia (Cold Response 2022), che ha coinvolto circa 35 mila soldati Nato arrivati da 20 Paesi alleati.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Aprile 2022, 00:09
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