Stupro di Palermo, confermato il carcere a due dei sette ragazzi coinvolti. Minorenne confessa ed esce, la Procura: «Deve restare in cella»

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La vendetta sui social

A far partire il linciaggio social però, potrebbero essere stati proprio i sette giovani indagati, che per primi hanno diffuso il video della violenza, con frasi del tipo: «Eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei video porno». Così, nelle ore successive alla diffusione della notizia, sono diventati il bersaglio di migliaia di utenti infuriati.

Tra loro, anche volti famosi, uno tra tutti il cantante Ermal Meta: «Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi “cani” auguro di finire sotto cento lupi», ha scritto. Qualcuno se la prende anche con la madre di uno degli indagati, che definiva la giovane «una poco di buono», dettaglio venuto fuori dalle intercettazioni. La rabbia social è evidente.

«È tutto racchiuso in questa frase, tutto. Come fai a proteggere tuo figlio dopo che ha stuprato in massa?». Mentre i commenti più pesanti sono nelle pagine TikTok di alcuni indagati. C’è chi invoca la «pena di morte», chi scrive «da genitore farei giustizia con le mie mani», «ti lascerei una pallottola in mezzo agli occhi», «questo è il primo dei sette che fanno fuori». E chi minaccia: «Vi stiamo cercando per tutta Palermo, siete finiti».

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