Stupro a Catania, la giudice punta il dito contro i social: «La nazionalità non c'entra, tra i giovani rabbia e disagio»

1 di 5
«Stupro di Catania come a Palermo, colpa dei social: la nazionalità non c'entra, tra i giovani c'è rabbia e disagio»

Lo stupro di gruppo di Catania emerso ieri ai danni di una ragazzina di 13 anni, violentata sotto gli occhi del fidanzato aggredito e tenuto fermo, ha sconvolto l'Italia. E in un'intervista al Giornale di Sicilia parla il procuratore capo presso il Tribunale dei Minorenni di Palermo, Claudia Caramanna, che senza mezzi termini punta il dito su quello che sarebbe uno dei responsabili della deriva morale degli ultimi anni, considerando anche il precedente di Palermo, ovvero i social network.

1 di 5
Camila Giorgi: «Mi ritiro dal tennis, sui media tanti articoli fake». Il post su Instagram dopo il misterioso silenzio
Matteo Falcinelli, la polizia di Miami: «Incaprettato per la sua sicurezza, batteva la testa sulla porta della cella»
Operaio precipita da una pala eolica e muore dopo il volo choc: Giovanni aveva 33 anni. Il dramma sul lavoro
Estrazioni Superenalotto, Lotto e 10eLotto di sabato 11 maggio 2024: i numeri vincenti
Aurora boreale, problemi per elettricità e gps: le conseguenze della tempesta geomagnetica. Cosa è successo