Mar Rosso, cavi sottomarini e Houiti, attaccato il punto dove passa il 17% del traffico web mondiale: domande e risposte sul caso

Giovedì 7 Marzo 2024, 21:19 - Ultimo aggiornamento: 8 Marzo, 12:59
Mar Rosso, cavi sottomarini e Houiti, attaccato il punto dove passa il 17% del traffico del web mondiale: domande e risposte sul caso
di Mattia Ronsisvalle
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La guerra non si combatte - e vince - solo colpendo le truppe nemiche, quelle più visibili, anche a occhio nudo. Servono strategie, da dietro le quinte, per vincere il conflitto. Per questo è «sciocco», pensare che gli obiettivi degli attacchi nel Mar Rosso da parte degli Houthi siano solo le imbarcazioni che seguono le rotte commerciali attraverso il canale di Suez.

Avete presente il gruppo ribelle yemenita sostenuto dall'Iran? Ci sarebbe proprio la loro mano dietro il danneggiamento di quattro cavi sottomarini tra l'Arabia Saudita e il Gibuti. Di certo c'è solo che il potenziale attacco all'infrastruttura costruita sui fondali del Mar Rosso potrebbe rappresentare una nuova minaccia a livello globale.

Pensate che il 90% del traffico Internet passa attraverso quei cavi sottomarini. Non si tratta di «fili» comuni: collegano i cinque continenti grazie a un'intricata mappa composta da 574 cavi colorati. Di questi, 16 si trovano nel canale di Suez e veicolano il 17% del traffico globale e gran parte del traffico tra Europa e Asia.

L'attacco dei giorni scorsi ne ha danneggiati quattro per la precisione. La conferma arriva anche da funzionari degli Stati Uniti che affermano che martedì 5 marzo: "i cavi sottomarini per le telecomunicazioni nel Mar Rosso sono stati tagliati", interrompendo così il 25% del traffico dati tra Asia ed Europa. Un rappresentante americano ha riferito alla BBC che stavano cercando di scoprire se i cavi fossero stati sabotati o se fosse il danno causato da un'ancora che li ha danneggiati.

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