Douglas Costa si difende: «Non sapete cosa mi ha detto Di Francesco». Provocati e provocatori, chi ha ragione?

Douglas Costa si difende: «Non sapete cosa mi ha detto Di Francesco». Provocati e provocatori, chi ha ragione?
Lo sputo di Douglas Costa a Di Francesco ha fatto discutere (qui la risposta di Di Francesco, ndr). Da che mondo è mondo, il calcio è fatto di episodi violenti e inaccettabili: ne abbiamo viste tante negli ultimi anni, dallo sputo di Francesco Totti a Poulsen a Euro 2004 alla celebre testata di Zinedine Zidane a Materazzi nella finale mondiale di due anni dopo. Da Mexes che prende per il collo Stefano Mauri in un Lazio-Milan del 2015, alla mossa di karate di Eric Cantona nei confronti di un tifoso quando il francese giocava nel Manchester United.


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E tantissimi, sicuramente troppi, potrebbero essere gli esempi simili che saremmo in grado di elencare. Cose che non dovrebbero accadere, senza dubbio, ma che puntualmente dividono l'opinione pubblica: di chi è la colpa, di chi reagisce in maniera violenta, o dell'altro che lo ha provocato, che lo ha sfidato, che lo ha innervosito?

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L'opinione pubblica francese, per assolvere Zidane, crocifisse Materazzi, reo di aver 'insultato' la sorella di Zizou: per anni Zidane non ha mai voluto chiedere scusa al giocatore azzurro, nonostante quella follia rischiasse di macchiare una carriera lunga e costellata di vittorie e prestazioni super. L'opinione pubblica italiana, dal canto suo imparò presto a conoscere il carattere di Poulsen, che dopo aver malmenato Totti beccandosi uno sputo (e Totti, squalificato, non vide più il campo in quel'Europeo, in cui l'Italia fu eliminata con il famoso biscotto scandinavo), fece i conti anche con Rino Gattuso, qualche mese dopo, in un celebre Milan-Schalke di Champions League: l'attuale allenatore del Milan, dopo il fischio finale che vide i rossoneri vincere 3-2 al termine di una partita sofferta, pensò bene di esultargli in faccia, facendo esplodere il pubblico di San Siro.


 
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