La "scuola della natura" è sempre più popolare: si gioca nel fango anziché studiare matematica

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La scuola della natura: come funziona

La mattina, i bambini vengono radunati ed esprimono le loro speranze e desideri per la giornata: «Voglio giocare nel fango e trovare qualche pesce», «Voglio mangiare dei pancake», «Non voglio fare niente». Tutti i desideri verranno realizzati.

La struttura classica della lezione viene messa da parte in favore di un approccio diretto e che ruota attorno al gioco. Leo Smith, fondatrice della scuola, dichiara che si tratta di una modalità educativa «portata avanti dai bambini stessi» e li incoraggia a mettersi alla prova all'aria aperta. Smith crede che senza la possibilità di sperimentare «non impareranno a prendersi dei rischi nella vita».

Poi, aggiunge che spesso i genitori hanno solo bisogno di una spintarella: «Alcune delle famiglie ci mandano i figli perché loro non sono cresciuti all'aria aperta e non sono a proprio agio con il rischio. Sanno che i bambini, qui con noi, possono essere se stessi».

Chi è a favore di questo tipo di educazione crede che il tempo speso a giocare fuori, al di là delle condizioni atmosferiche, è essenziale per migliorare la resilienza, il benessere e la creatività dei bambini. Diverse ricerche sembrano supportare questo pensiero e ci sono dati che dimostrano quanto gli studenti delle scuole della natura siano più motivati, abbiano migliori abilità sociali, riescano a ottenere risultati migliori a livello accademico e, allo stesso tempo, imparino ad apprezzare l'ambiente.

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