Pamela Mastropietro, le motivazioni: «Reagì a rapporto sessuale non protetto, Oseghale la uccise e la fece a pezzi»

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Il rapporto non protetto e la lite

Secondo la ricostruzione contenuta nelle motivazioni, la ragazza, man mano che è finito l'effetto della droga ed è tornata in sé «non poteva non essersi resa conto» del rapporto del rapporto con «modalità non protette». E da ciò è insorto «un acceso contrasto fra i due»: Pamela, secondo la Corte, ha trasformato «la sua legittima rabbia - per essere stata abusata senza alcuna protezione approfittando della sua minorata e poi nulla capacità di difesa - in aperta e veemente contestazione nei confronti di Oseghale; palesandogli la gravissima offesa subita e- al contempo- l'intenzione di non lasciar 'cadere lì' quella turpe azione». Oseghale, secondo quanto ricostruito dalla Corte, «di fronte ad una così inaspettata reazione della ragazza» ha «deciso di risolvere il problema aggredendola fisicamente con le due coltellate sino portare a termine l'azione omicidiaria mediante le modalità e le forme già incontrovertibilmente accertate; dedicandosi poi, con fredda lucidità, a cercare di far scomparire totalmente le tracce biologiche che avrebbero potuto ricondurre alla sua persona».

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