Meloni: «Asilo gratis dal secondo figlio». E il canone Rai scende a 70 euro

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Dal taglio del canone Rai alla riduzione delle tasse in busta paga, dalle decontribuzioni per le mamme lavoratrici alle agevolazioni per le imprese che non delocalizzano. Il governo vara la manovra di Bilancio da quasi 28 miliardi (considerate anche le misure dei decreti legislativi) e la premier Giorgia Meloni al termine del Consiglio dei ministri la presenta con soddisfazione: «È una manovra molto seria e realistica anche grazie ai sacrifici, ai tagli alla spesa fatti da tutti i ministeri».

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Le poche risorse a disposizione, anche a causa degli alti interessi da pagare sul debito, hanno reso necessario concentrare gli interventi. Oltre a quelli diretti a rendere più pesanti le buste paga dei lavoratori dipendenti l’altro grande intervento riguarda la famiglia e gli incentivi alla natalità per una valore di un miliardo di euro. Viene prevista la decontribuzione per le mamme lavoratrici per un anno se si hanno due figli entro i 10 anni del più piccolo e permanente per quelle che hanno 3 figli fino ai 18 anni del più piccolo. Sempre per favorire i genitori, viene aggiunto un altro mese di congedo parentale retribuito al 60% e aumentato di circa 150 milioni il fondo per gli asili nido. «Dal secondo figlio l’asilo nido è gratis» ha detto la premier nella conferenza stampa dopo il cdm. Sembra però che si tratti di un bonus rafforzato ma non gratuito.

Per favorire l’occupazione, tra le altre misure c’è una deduzione del costo del lavoro per le aziende che assumono a tempo indeterminato, pari al 120% per tutte le assunzioni a tempo indeterminato, che arriva al 130% per chi assume mamme, under 30, invalidi. Novità per le partite Iva fino a 170mila euro: non pagheranno più l’acconto di novembre ma potranno rateizzarlo in 5 rate da gennaio fino a giugno. Arriva poi un taglio lineare alle detrazioni - salvo le spese mediche - da 260 euro per chi ha un reddito superiore a 50.000 euro. Misura decisamente popolare il taglio del canone Rai in bolletta: passa da 90 a 70 euro.

Monta invece la polemica per la norma secondo la quale i cittadini extracomunitari, residenti in Italia, potranno continuare a iscriversi al Servizio sanitario nazionale versando “un contributo” di duemila euro all’anno. «L’importo del contributo è ridotto – si legge nella nota del Mef - per gli stranieri titolari di permesso di soggiorno per motivi di studio o per quelli collocati alla pari».

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