«Mi sono licenziata dal lavoro per fuggire da un ambiente tossico: io costretta ad andare in ufficio per la riunione, gli altri collegati da casa»

1 di 3
«Mi sono licenziata dal lavoro per fuggire da un ambiente tossico: io costretta ad andare in ufficio per la riunione, gli altri collegati da casa»

Sembra che qualcosa si stia muovendo nel mondo del lavoro, un cambiamento che serpeggia già da tempo e che si sta concretizzando in una serie di azioni e proteste da parte dei dipendenti: si diffondono sempre più termini quali "quiet quitting", vale a dire ridurre l'efficienza per spronare il capo a licenziarti, o "act your wage", ovvero portare a termine un carico di lavoro realmente corrispondente allo stipendio percepito.

In effetti, al centro del dibattito rimane l'equilibrio tra vita privata e professionale, che per alcuni è garantito dalla possibilità di lavorare in smartworking anziché doversi recare tutti i giorni in ufficio, specialmente se, come nel caso di Tanya, si arriva in ufficio e si è costretti a collegarsi comunque su Zoom per una riunione con i colleghi da casa.

Per la donna il paradosso è stato sufficiente a farle capire che non aveva nessuna intenzione di continuare a lavorare in un ambiente tossico e ha deciso di presentare le sue dimissioni.

1 di 3
Ancora paura a Milano, poliziotto spara e ferisce un egiziano di 36 anni: lo straniero aveva aggredito alcuni agenti
Matteo Falcinelli torna in Italia: «Forse già dalla prossima settimana». Potrà restare fino al 30 giugno
Chris Abom investito e ucciso a 13 anni, il pirata condannato a 5 anni e 4 mesi. Il dolore della mamma: «Lasciato a terra come un cane»
«Disabili da una parte, normodotati dall'altra»: Matteo, 18enne in carrozzina, al concerto "Una nessuna centomila" sulla pedana. La mamma: «Umiliante»
Eurovision 2024, la Rai mostra per errore i risultati del televoto: Israele favorita, il mistero delle percentuali. Il rischio per la tv italiana