Indi Gregory, la lunga agonia e il dolore del papà: «Il suo cuoricino può reggere ancora per giorni». Il divieto di rianimazione in caso di crisi

6 di 7

La cittadinzanza italiana

Dal fronte italiano a farsi sentire restano gli attivisti che hanno hanno appoggiato e promosso strenuamente la battaglia della famiglia - assieme a un team di avvocati e ad associazioni pro life cristiane inglesi - in favore di un prolungamento dell'assistenza e poi dell'opzione del trasferimento al Bambino Gesù messa disposizione un paio di settimane fa dall'ospedale pediatrico romano come in altre situazioni analoghe precedenti.

Ma pure esponenti della maggioranza di Giorgia Meloni, impegnatasi personalmente negli ultimi giorni per assicurare la concessione lampo della cittadinanza italiana a Indi (come fatto invano 5 anni fa anche per Alfie dalla compagine di Paolo Gentiloni) e tentare poi tutta una serie di passi successivi.

Fino all'appello senza precedenti al ministro della Giustizia della governo Tory di Rishi Sunak, Alex Chalk, a "sensibilizzare" la magistratura per provare a indurla a cedere la giurisdizione sul dossier all'Italia, sulla base d'un'interpretazione ampia della Convenzione dell'Aia del '96 in materia di cooperazione giudiziaria internazionale.

Interpretazione che i tre giudici della Corte d'Appello di Londra, protagonisti ieri del verdetto di ultima istanza. hanno rigettato d'altronde in toni perentori. Da un lato liquidando "la tattica legale" dei Gregory come frutto di "una manipolazione" degli attivisti; dall'altro denunciando - nel dispositivo del giudice relatore Peter Jackson - "l'intervento delle autorità italiane" alla stregua di "un fraintendimento totale dello spirito della Convenzione dell'Aia". E in ogni modo avallando "le forti evidenze" a sostegno della prognosi dei medici di Nottingham, legata a un'assenza ormai definitiva di "interazioni" da parte di Indi e ai segnali di una sua "significativa sofferenza" causata dai trattamenti "invasivi".

Parole che i genitori della bambina hanno continuato a contestare sino in fondo, dicendosi "disgustati" e bollando il no di ieri al loro estremo ricorso come "un ultimo calcio sui denti". E che secondo Jacopo Coghe, di Pro Vita & Famiglia onlus, celerebbero in realtà "parametri sulla dignità della vita totalmente eutanasici".

6 di 7
Festa della Repubblica, 2 giugno: cosa si festeggia e perché. Il programma e gli eventi per il 78° anniversario
«Giada Zanola era ancora viva quando Andrea Favero l'ha gettata dal ponte»
Dispersi nel Natisone, la ricostruzione: la ragazza che non sa nuotare, il divieto di balneazione e quel video dal ponte
Incidente in montagna, lo sciatore azzurro Jean Daniel Pession morto insieme alla fidanzata Elisa Arlian: avevano 27 anni
Philippe Leroy, morto l'attore francese leggenda del cinema italiano: aveva 93 anni, era malato da tempo