Filippo Turetta, cosa scattò quella sera. La laurea di Giulia Cecchettin punto di non ritorno e il sogno di fare l'agricoltore

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La causa scatenante dell'omicidio

Era sua, dice Turetta al magistrato. «A lei non piacciono le tisane, togliamole», emerge dalle chat per la festa di laurea, mai celebrata della giovane vittima. Nulla doveva sfuggire al controllo di Turetta. Quella festa di laurea era un punto di non ritorno. L'emancipazione completa di Giulia Cecchettin avrebbe diviso definitivamente le loro strade. Lei si stava allontanando, nonostante non gli negasse la parola. Però la stanchezza di lei aumentava. Lo sapevano le amiche, lo sapeva Elena Cecchettin, la sorella. Nessuno però avrebbe pensato che Turetta si spingesse a tanto. E nessuna delle scelte e dei comportamenti di Giulia ne giustifica il femminicidio.

Per Turetta, come sottolinea il Messaggero, quel traguardo dell'ex rappresentava un cruccio, dato che lui non era riuscito a raggiungerlo. Giulia si laurea, mentre lui non ci è riuscito. Lui, pensava, aveva fallito, Giulia no. Quel traguardo, inoltre, avrebbe per sempre allontanato Giulia Cecchettin da lui. Il loro legame, quel tira e molla estenuante, sarebbe finito.

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