Filippo Turetta, in carcere ad Halle in attesa dell'estradizione: «È provato e scosso». Sorvegliato a vista dalla polizia

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Filippo Turetta, in carcere ad Halle in attesa dell'estradizione: «È provato e scosso». Sorvegliato a vista dalla polizia

Il carcere di Halle è un edificio di mattoni rossi, affacciato sul porfido lucido della strada alberata. Il complesso con le finestre a volta e il portone di legno potrebbe ben confondersi con le villette dell'elegante quartiere residenziale, al civico 20 di Am Kirchtor e cioè "al portone della chiesa", se non fosse per le inferriate anche ai piani più alti.

Come sta Filippo Turetta

È dietro queste sbarre che Filippo Turetta ha trascorso la sua prima notte di custodia cautelare, e anche la seconda, e tutte quelle che saranno necessarie e decise per l'accusa di omicidio volontario, prima della sua consegna ai carabinieri di Venezia per il rimpatrio: «È molto provato e preoccupato, è stato trovato in grande sofferenza, scosso», riferisce l'avvocato tedesco Dimiter Krasse al difensore italiano Emanuele Compagno, dopo averlo incontrato all'udienza di convalida dell'arresto preventivo, una misura che ha attirato l'attenzione sul penitenziario al punto da farlo diventare la meta di un inaspettato pellegrinaggio in memoria di Giulia Cecchettin.

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