Ha la febbre e non va al lavoro: licenziata. «Volevano il certificato nel weekend, ma ho dovuto aspettare lunedì per vedere il mio medico»

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Ha la febbre e non va al lavoro: licenziata. «Volevano il certificato nel weekend, ma ho dovuto aspettare lunedì per vedere il mio medico»

La salute dei propri impiegati dovrebbe certamente essere una priorità per il datore di lavoro, e non solo per una questione di empatia e comprensione nei confronti delle difficoltà affrontate da un altro essere umano, ma anche per una questione di pura convenienza personale: un dipendente riposato e felice è, tendenzialmente, in grado di produrre meglio e di più rispetto a chi è esausto o malato.

Eppure, sembra che in alcuni casi questa logica venga messa da parte in favore di un licenziamento in tronco, forse dietro la consapevolezza che qualcun altro sarà sempre e comunque disposto a prenderne il posto e che necessita di uno stipendio, per quanto basso possa essere.

Una ragazza ha pubblicato un video sul suo account TikTok in cui racconta di essere stata licenziata dal suo lavoro in negozio dopo aver saltato due giorni di lavoro a causa di una febbre a 38: i datori di lavoro avrebbero voluto il certificato medico, ma lei non avrebbe potuto ottenerlo né vedere il dottore durante il fine settimana.

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