Dieta per vivere a lungo: mangiare poco e cena quando c'è ancora luce. Dalla mima-digiuno al time-restricted eating

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Time-restricted eating

«Tra le proposte emergenti - spiega Alessandro Laviano associato di Medicina interna presso Sapienza Università di Roma - c’è il time-restricted eating. Visto che il primo induttore di attività cellulare è la luce, questo approccio suggerisce di restringere la finestra temporale nella quale ci si può alimentare a meno di 12 ore, meglio se a 8-10 ore, sincronizzandola con la luce solare (una sorta di ‘dall’alba al tramonto’). Il tutto almeno 5 giorni a settimana. È noto che mangiare tardi la sera si associa ad un maggior rischio di patologie cronico-degenerative, mentre mangiare ‘con la luce naturale’ sembra ridurre lo stato infiammatorio e potrebbe facilitare il dimagrimento». Tuttavia, conclude Sesti, «modificare la dieta e il proprio peso corporeo può anche influenzare negativamente la propria età biologica». Per questo tali strategie, soprattutto le più sperimentali, devono essere sempre adottate su indicazione del medico e da lui monitorate.

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