Chiara Ferragni indagata per truffa, le carte della procura di Milano: «Consumatori ingannati da influencer con 30 milioni di follower»

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Chiara Ferragni, le carte della Procura di Milano: l'ipotesi truffa

La «enfatizzazione della finalità benefica» nella campagna promozionale del pandoro Pink Christmas, «amplificata dai mezzi di comunicazione» usati, tra cui i social, ha indotto «in errore i consumatori», che hanno «ritenuto», attraverso l'acquisto del dolce a più di 9 euro a fronte di «circa 3,68 euro» di quello «tradizionale», di «contribuire alla finalità benefica», la «cui serietà era garantita anche dalla credibilità di una influencer da circa 30 milioni di follower», ossia Chiara Ferragni. Lo scrive la Procura generale della Cassazione nel decreto con cui ha assegnato l'indagine per competenza a Milano. Il sostituto pg scrive anche che la Cassazione «ha di recente affermato che la sola menzogna è di per sé sufficiente ad integrare gli elementi costitutivi del delitto di truffa», essendo un forma tipica di «raggiro». Nel decreto il pg della Cassazione spiega anche che dall'analisi del materiale informatico, acquisito dalla Gdf, risulta che la «strategia di comunicazione» per la vendita di quel pandoro è «sempre stata condivisa tra i soggetti coinvolti nella vicenda». E «nelle intenzioni delle parti non sembra mai emergere la volontà di legare l'importo della liberalità alle vendite» del dolce.

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