«Ogni cliente può avere una vettura verniciata del colore che vuole purché sia nera» amava dire Henry Ford facendo capire che, per dare a tutti la libertà di muoversi, bisognava che le automobili fossero il più uguali possibile in modo da ridurne il costo e renderle accessibili. Oggi le cose sono cambiate e il cliente “software born” o nativo digitale non può accettare che un oggetto rimanga uguale a se stesso per tutta la propria vita, neppure se si tratta di un’automobile. Ma anche per questo le cose stanno per cambiare e lo si è visto all’ultima edizione del CES di Las Vegas dove la BMW ha presentato la i Vision Dee la cui carrozzeria, che darà forma alla Serie 3 di prossima generazione, può colorarsi di 32 tinte diverse e, per di più, anche assumendo fantasie degne dello stilista più fantasioso. La tecnologia è un’evoluzione di quella già vista al CES dello scorso anno sulla Vision iX Flow dove però le due uniche tinte possibili erano il bianco e il nero.
La tecnologia deriva direttamente dagli e-book, è definita appunto E Ink, ovvero inchiostro elettronico, e l’ha inventata nel 1996 Joseph Jacobson. Trattasi di pellicole che contengono microcapsule riempite di particelle ciano, magenta, giallo e riflettenti immerse in un liquido soggetto ad un campo elettrico. Attivando e regolando quest’ultimo, le particelle assumono configurazioni diverse che generano tinte diverse. In pratica è come un display CMYK, ma senza la retroilluminazione ed è applicato in 240 segmenti. Da qui la possibilità di creare fantasie, ma anche di trasformare la carrozzeria in un elemento funzionale. Si possono infatti creare simboli per comunicare con gli altri mezzi o con i pedoni, adattare la tinta all’utilizzatore e ai suoi umori oppure passare dal bianco al nero rendendo l’auto rispettivamente più fresca d’estate e più calda d’inverno e, in ogni caso più efficiente, poiché deve essere usata meno energia per raggiungere il clima interno ottimale, a tutto vantaggio dell’autonomia dell’auto elettrica oggi influenzabile per il 20-30% proprio da questo fattore.
Anche la Volkswagen segue lo stesso concetto, ma con scopi diversi e una tecnologia diversa.
In più, la verniciatura contiene speciali pigmenti metallici che ne rendono meno dispendiosa l’applicazione e consentono di assumere i colori dell’ambiente circostante. Un modo forse meno digitale e attivo di cambiare tinta, ma in grado di rendere la vettura più sostenibile dando di essa l’immagine di un oggetto pronto a rispettare tutto ciò che la circonda senza imporgli nulla, neppure il proprio colore.
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