«Sono socio dell'ASI dal 1978 - spiega il presidente dell'ACI in una conversazione con l'ANSA - ma quanto da loro riportato non risponde al vero». La querelle si concentra sui 4,6 milioni di auto tra i 20 e i 29 anni che, sostiene Sticchi Damiani "una volta certificate rappresentano per l'Associazione una indubbia entrata". E' sulle cifre dell'intero parco auto nazionale che c'è discordanza. «Il Certificato di Rilevanza Storica - per Sticchi Damiani - viene rilasciato da un'associazione privata di cui non sappiamo nulla». In Italia, per ACI, circolano 39 milioni di vetture, e non 56 come sostenuto da ASI; le ultraventennali non sono 12 milioni ma 7,5 milioni. Di queste, 4,6 milioni hanno tra i 20 e i 29 anni. «Auto vecchie, ma certo non tutte storiche. Basti pensare - riflette Sticchi - alle 700mila Fiat Punto prima serie ancora circolanti: cos'hanno di storico? Al momento sono soltanto 380mila le autovetture meritevoli di essere riconosciute di interesse storico collezionistico. Concedere la 'patente' di auto storica a tutte le over-20 è un errore».
La proposta di Sticchi Damiani è che si applichino i restrittivi criteri della lista di salvaguardia, già prevista nella Finanziaria del 2000 ma mai totalmente applicata, e che prevede criteri precisi. Magari aggiornandoli alle attuali necessità. Che la Motorizzazione monitori e che ACI controlli.
Differenza di vedute anche sulla tutela nel tempo dei modelli di auto più diffusi, quelle meno costose. "Quattro dei cinque enti certificatori nazionali sono contrari a stilare la lista proposta da ACI - sostiene l'ASI in una nota - che non trova riscontro né nelle direttive europee né nelle indicazioni della Federazione internazionale dei veicoli storici, né nelle normative di altri paesi europei". Ma l'ACI ribatte che l'ASI è l'unica ad opporsi e che sarebbero incluse vetture come la Y10 turbo: un'utilitaria, certo, ma di cui rimangono pochi esemplari.
Salute, ambiente e sicurezza sono temi citati più volte durante la conversazione con Sticchi Damiani. "Si sta creando un mercato di auto vecchie, poco sicure, inquinanti, che sono a basso costo e che giovano del risparmio sul bollo pur essendo inquinanti e poco sicure. Questo - continua il presidente dell'ACI - fa male al mondo dell'auto e al collezionismo. Il parco veicoli del Paese - continua - deve essere ringiovanito, quello delle vetture di rilevanza storica tutelato. Per fare la nostra parte nella tutela dell'aria e dell'ambiente, abbiamo proposto a premier e ministri sconti del 50% sulla tassazione a chi rottama auto euro 1-2-3 e acquista un usato più recente, anche euro 4 e 5 oltre che 6: per combattere l'inquinamento, è sicuramente meglio un usato più recente di uno eccessivamente datato". Infine una proposta dell'ACI: ristampare le targhe originali delle auto storiche. «Abbiamo tutti i dati dal 1927 in poi, e il Poligrafico dello Stato ha i mezzi per ristampare targhe identiche alle originali. Sarebbe un piccolo lusso, conclude Sticchi Damiani, che costerebbe mille euro. E con quei soldi potremmo abolire totalmente il bollo alla auto storiche comprese nella lista di salvaguardia». Leggi l'articolo completo su
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