Sexting, è boom tra i giovanissimi. Il ministro Bussetti: numeri in aumento vertiginoso. A 11 anni già i primi selfie "intimi"

Sexting, è boom tra i giovanissimi. Il ministro Bussetti: numeri in aumento vertiginoso. A 11 anni già i primi selfie "intimi"
Al ministro fa paura soprattutto il sexting, ovvero la pratica di inviare o ricevere foto o video provocanti o relativi a momenti intimi (propri e altrui). Bussetti, che ha la responsabilità della Scuola, snocciola i dati durante la sua audizione in commissione parlamentare per l'infanzia e l'adolescenza. Il sexting è infatti passato dal 7% al 9%: «Numeri particolarmente elevati, dobbiamo fare di tutto per arginarlo. Oltre ai 35 milioni nel Piano Nazionale Scuola Digitale stanziati a dicembre 2018, abbiamo stanziato oltre 100 milioni di euro», dice ancora il ministro nella convinzione che il web va usato correttamente. Perché se ci si sporca nei social si rischia di essere macchiati a vita: online tutto è indelebile, nulla si cancella e tutto si può ritorcersi contro.



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Fin dagli 11 anni di età infatti la tendenza è quella di scattarsi selfie intimi e senza vestiti o a sfondo sessuale ed inviare le immagini oppure i video nelle chat. Il sexting riguarda oramai il 6% dei preadolescenti dagli 11 ai 13 anni (di cui il 70% sono ragazze) e di circa 1 adolescente su 10 dai 14 ai 19 anni (dati Osservatorio Nazionale Adolescenza). Per questa ragione è sempre più emergente il problema del cyberbullismo legato allo scambio di immagini hard o intime: infatti, il 33% degli episodi di cyberbullismo è di tipo sessuale. Altro fenomeno monitorato è quello dell'adescamento online. Il 18% del campione relativo al periodo 2016/2018 e il 21% del campione relativo al periodo 2017 riferisce di essere stato infastidito sul web. Una percentuale che va dal 43% al 48% - nei tre periodi considerati - riferisce inoltre di essersi imbattuto in siti con immagini violente; un'altra percentuale - che va dal 13% al 17% - dichiara di essersi accorto della sottrazione delle proprie credenziali e dei propri dati personali.

Eppure gli studenti assistono a più episodi di bullismo in classe che ad atti di cyberbullismo: «Nel primo caso la percentuale raggiunge il 50%, mentre nel secondo caso la percentuale scende al 30%», chiarisce ancora il ministro dell'Istruzione.


Per questo d'ora in poi si punterà soprattutto sulla videosorveglianza nelle scuole, anche se la proposta di legge è ancora ferma al Senato. Contiene fondi pure per la formazione permanente del personale scolastico e sulla sua valutazione psico-attidutinale.
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