Domenica 5 febbraio lo Stadio Olimpico tornerà a riempirsi per l’edizione 2023 del Sei Nazioni di rugby. E si ripartirà subito con una sfida calda come quella contro la Francia, che ospiterà da favorita, in autunno, la Rugby World Cup. Tre in totale gli appuntamenti della squadra azzurra nella Capitale: dopo la sfida con i transalpini, il 25 febbraio sarà la volta dell’Irlanda, mentre l’11 marzo toccherà al Galles, con il quale la Nazionale ha vinto lo scorso anno, mettendo fine a un digiuno che nel torneo durava da 7 stagioni. Finalmente si ripartirà senza restrizioni dopo diverse edizioni caratterizzate dal Covid.
Roma è pronta, come in passato, all’invasione di tifosi per i weekend di gara, per un trittico di partite che si annuncia spettacolare, visti anche i recenti successi nei test match contro Samoa e Australia di Michele Lamaro e compagni, ma anche decisamente importante per le casse municipali, visto che porta dai 27 ai 37 milioni di euro di indotto per la città.
FLAMINIO CASA DEL RUGBY. «Non vogliamo che il Flaminio resti in questa situazione di degrado nella quale si trova da ormai 15 anni, ma chiaramente servono degli investitori. Se la Lazio vuole presentare un progetto siamo disposti ad ascoltare, ma non credo che in questo senso si vada lontano». A dirlo a margine della presentazione del Sei Nazioni a Roma Alessandro Onorato, assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda.
«Crediamo che il Flaminio abbia un fortissimo appeal nel momento in cui verrà rinnovato e per questo non siamo disposti ad accettare progetti di altro genere, come quelli presentati da coloro i quali credono che quell’area ricca di storia possa diventare un centro commerciale - ha aggiunto - C’è totale apertura della sovrintendenza a rinnovarlo, con un vincolo che resta quello dello stadio, rappresenta un patrimonio da preservare e valorizzare. Non ho alcun dubbio che in futuro possa diventare la casa principale del rugby italiano». Leggi l'articolo completo su
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