ROVIGO - Il
braccialetto elettronico per i richiedenti asilo. È la soluzione provocatoria che il
sindaco di Rovigo Massimo Bergamin, vicesegretario veneto della
Lega Nord, propone con un
comunicato ufficiale a sua firma: «Propongo - scrive - che chi è ospitato nei nostri territori venga controllato giorno e notte con strumenti elettronici all'avanguardia che consentano alle forze dell'ordine di
rintracciarlo in tempo reale, e nel caso di problemi di ordine pubblico, venga opportunamente sanzionato e punito con il rimpatrio nel paese di provenienza. I
costi dovranno essere inclusi nei
budget messi a disposizione per la cosiddetta
accoglienza, cooperative ed altri soggetti che gestiscono i richiedenti asilo, e quindi non gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini italiani».
Una nuova provocazione, quella lanciata dal primo cittadino del capoluogo polesano, che già si era ritagliato una certa visibilità mediatica quando nel novembre del 2015 arrivò a scrivere su Facebook: «Se il prefetto, il ministro Alfano e il fenomeno di Firenze (l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi, ndr) non accoglieranno le mie richieste di schierare l'esercito, scriverò a Putin!». Un post che gli era valso non poche battute ironiche, ma anche una certa notorietà che lui aveva dimostrato di gradire: «La mia è una provocazione aveva poi ammesso , ma serve ad accendere i riflettori su un problema serio». Ecco che, in un momento in cui all'interno della maggioranza in consiglio sembrano serpeggiare malumori e spaccature, arriva una nuova proposta ad effetto...
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