I medici hanno eseguito l'autopsia sul corpo di Archie Battersbee, il 12enne morto dopo una lunga battaglia legale della famiglia. Il ragazzo era andato in coma lo scorso 7 aprile, ma per i medici le sue condizioni erano irreversibili, per questo hanno chiesto e ottenuto da un magistrato di poter staccare le macchine che lo tenevano in vita.
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Nonostante fosse stato dichiarato morto pochi giorni dopo il suo ricovero ha continuato a respirare, alimentato dai macchinari del London Royal Hospital fino al 6 agosto scorso. Archie era stato trovato in casa dalla madre privo di sensi, probabilmente dopo aver tentato di replicare una sfida vista sui social.
Dopo il decesso è stata disposta l'autopsia sul corpo del 12enne che ha mostrato che la causa della morte starebbe in una grave lesione cerebrale. Subito dopo il ricovero i medici avevano detto ai familiari che un intervento non avrebbe cambiato le condizioni di Archie, perché appunto troppo gravi e di fatto poco dopo ne è stata dichiarata la morte cerebrale.
I genitori avrebbero voluto per il figlio una morte naturale, considerata però dai medici e dai giudici impossibile viste le sue condizioni e il fatto che era tenuto in vita proprio dalle macchine. Secondo quanto riportato dalla mamma Archie avrebbe continuato a respirare per due ore in modo autonomo dopo la sospensione delle cure.
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