«Ci siamo licenziate per stare coi nostri bambini e fondare una startup che aiuti mamme e papà a non dover scegliere tra lavoro e figli»

Venerdì 8 Marzo 2024, 11:33

L'equilibrio tra vita privata e professionale

Da una parte la carriera, dall'altra i figli. Una scelta che per alcuni è facile, che si propenda da una parte o dall'altra, e per molti neppure si presenta. Per tanti, però, è un bivio obbligato fatto di rimpianti e rinunce. Sonia è entrata in maternità, ha partorito. Poi è tornata in ufficio e le difficoltà l'hanno subito aggredita: «Non mi concedevano il part-time - dichiara a Repubblica - e non era previsto neppure lo smart working. Stavo fuori tutto il giorno, non vedevo più mia figlia».

Perché questa resistenza nell'assicurare il benessere del lavoratore e permettergli di raggiungere gli obiettivi richiesti nel modo che più gli si addice? Le aziende hanno difficoltà a conciliare il pensiero di un dipendente e il suo ruolo in ambito professionale con la vita che conduce al di fuori. A quel punto, per Sonia, «l'unica motivazione per continuare a lavorare era quella economica». E non è poco... e allo stesso tempo è pochissimo.

Allora, la risoluzione: il licenziamento. Da quando ha avviato la startup insieme a Elisabetta, ha avuto la possibilità di costruirsi quell'elasticità che aveva chiesto a gran voce e le era stata negata, e se anche ora lo stipendio è più basso «ho il tempo sacrosanto per accompagnare mia figlia a scuola, andare a riprenderla e passare con lei alcuni pomeriggi».

La storia di Elisabetta è simile, ma la rottura è arrivata con il secondo figlio. Lavorava a Bruxelles e anche lì «on c’era nessuna flessibilità nei tempi, di smart working neanche a parlarne». Tornata in Italia ha lavorato per un po' come coach freelance, finché non ha incontrato Sonia e i loro obiettivi si sono allineati, concretizzati e hanno preso un nome: La luna del grano.

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