Le ripercussioni sul petrolio
Gli analisti di Goldman Sachs ritengono «improbabile un effetto immediato di grande portata a breve termine» sulla dinamica tra domanda e offerta e sulle scorte di petrolio. Confermate le stime su un rialzo del brent «dagli 85 dollari al barile di venerdì a 100 dollari entro il giugno del 2024».
Sul prezzo del petrolio ci sono però «due potenziali implicazioni» con effetti opposti. La prima è una «riduzione della probabilità di normalizzazione saudita-israeliana e un conseguente aumento della produzione saudita», la seconda invece è il rischio di un ribasso della produzione petrolifera iraniana. Se però la guerra fosse lunga e allargata al Golfo Persico, secondo il presidente di Nomisma Energia Davide Tabarelli, il rialzo dei prezzi potrebbe essere «senza fine», con ipotesi estreme di 150 dollari al barile di greggio e di 2,5 euro al litro di benzina.