La lunga agonia di Vincenzo, ucciso perché
si vantava della storia con la donna del boss

L'agonia di Vincenzo, ucciso per la relazione con la moglie del boss

di Giuseppe Crimaldi e Viviana Lanza
NAPOLI - Vincenzo Amendola fu ucciso per essersi vantato di avere avuto una relazione con la moglie del boss del clan Formicola. Venne prelevato la sera del 4 febbraio con un tranello e condotto nel campo agricolo di viale 2 Giugno, a San Giovanni a Teduccio, e qui si rese conto di trovarsi di fronte ai suoi carnefici.

Li implorò, iniziando a piangere, di non ucciderlo, ma i tre presunti assassini non ebbero pietà di lui: e quando uno di essi gli puntò la pistola alla tempia, si inginocchiò chiedendo che gli venisse risparmiata la vita. La pistola si inceppò, ma a quel punto il giovane che la impugnava ricaricò e fece partire un primo colpo che lo centrò allo zigomo. Vincenzo non morì, ma la sua agonia fu terribile.

Fu necessario un secondo colpo di pistola calibro 9x21, sparato - stando a quanto riferisce Gaetano Nunziato, il 23enne arrestato sabato con l'accusa di omicidio aggravato dalle modalità mafiose - da un altro giovane, parente dei Formicola, il clan egemone nella zona di Taverna del Ferro, per uccidere Amendola.
Un'agonia terribile. Le fasi del delitto sono state ricostruite stamattina durante l'udienza di convalida celebrata a Poggioreale dal gip, che sta per convalidare il fermo in arresto.

Ultimo aggiornamento: Lunedì 22 Febbraio 2016, 15:39
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