Napoli. Ucciso a 18 anni e sepolto in campagna.
L'amico confessa: "Quando è morto non ero solo"
di Daniela De Crescenzo e Viviana Lanza
Per questo la banda avrebbe deciso di farlo tacere per sempre. Ma c'è anche un'altra versione: sarebbe stato lui a dare fastidio a una donna del clan. Gli uomini della Squadra mobile guidata da Fausto Lamparelli e quelli del commissariato comandato da Pietro De Rosa, sono al lavoro per capire cosa realmente sia successo. Il primo passo è quello di delineare il percorso di tutte le persone coinvolte.E dunque, chi è Gaetano Nunziato? Un ragazzo del Bronx come tanti fino a qualche mese fa, poi un guaglione alla ricerca di un posto sempre più importante nel clan. E quando si dice clan a Taverna del Ferro si dice Formicola. Un assassino da due giorni. La sua certamente non è stata una vita facile: da bambino lo aveva segnato il trauma della morte del padre che era finito impiccato senza che si chiarisse mai fino in fondo se si trattava di un omicidio o di un suicidio. Da quel punto in poi il ragazzino si era trasferito a casa della zia e per un lungo periodo aveva frequentato l'oratorio presso la chiesa San Giovanni Battista. Spiega Maria Elena, una delle volontarie che lo aveva seguito: «Sia lui che Vincenzo erano ragazzi in difficoltà, venivano da noi per giocare al calcio e al biliardino un ambiente sereno. Si conoscevano tra di loro e si frequentavano, erano molto amici, entrambi bisognosi di affetto e di attenzione. Poi crescendo le cose sono diventate più difficili. Tutti e due sono finiti in una casa famiglia anche se per motivi molto diversi. Gaetano aveva cominciato a sbagliare e a commettere reati, ma fino all'ultima volta che lo ho visto, qualche settimana fa, mi ha salutato con affetto».
A quel punto, però, per il ragazzo era già cominciata la mesi la scalata al sistema criminale: gli inquirenti parlano di lui come uno dei tanti «guaglioni» in ascesa, quelli che stanno mettendo a ferro e fuoco la città. «Certo, era stato arrestato - dice Maria Elena - ma mai poteva immaginare che finisse così. Quello che è successo proprio non me la so spiegare: non so capire la morte di Vincenzo e soprattutto non posso immaginarla per mano di Gaetano. Adesso uno è morto nel corpo e l'altro nell'anima»Se proprio una spiegazione ci deve essere Maria Elena la colloca in quel deserto dei sogni nel quale troppi ragazzi vivono. «A volte chiediamo: cosa volete fare da grandi? Ma loro non lo sanno. Qualcuno spera di diventare calciatore, gli altri non immaginano niente. Forse per questo scelgono strade più brevi e più facili di quelle offerte da una vita onesta. Certo il Gaetano che conoscevo io non avrebbe ucciso l'amico del cuore».
Ultimo aggiornamento: Domenica 21 Febbraio 2016, 09:44
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