Mario Balotelli contro Iwobi, il senatore nero leghista. Salvini replica: "Male in campo, peggio fuori"
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Balotelli ha criticato Iwobi per la militanza in un partito che in più di un'occasione ha alimentato forti sospetti di xenofobia; attraverso una 'storia' su Instagram, ha pubblicato una foto di Iwobi che festeggia su un palco insieme a Salvini, aggiungendo questo commento: «Forse sono cieco io, o forse non gliel'hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!».
Toni Iwobi, 62 anni, di origini nigeriane, vive da 40 anni in Italia ed è tesserato per la Lega Nord sin dal 1993. Da sempre si è posto su posizioni decisamente intransigenti nei confronti dell'immigrazione e soprattutto contrarie allo 'ius soli'. Lo scorso anno, quando una bimba di 4 anni morì di malaria, fecero scalpore le sue dichiarazioni: «Queste malattie vengono portate in Italia da orde di finti profughi».
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LA REPLICA DI SALVINI «Balotelli, non mi piaceva in campo, mi piace ancor meno fuori dal campo». Così il segretario della Lega Matteo Salvini dopo gli attacchi del giocatore a Tony Iwobi, riportanti da media, che attribuiscono all'attaccante del Nizza la frase 'Forse sono cieco io o forse non gliel'hanno detto ancora che è nero. Ma vergogna!', frase postata su Instagram, insieme a una foto del neosenatore della Lega, Tony Iwobi, in compagnia del leader Matteo Salvini. Il post, essendo temporaneo a causa della 'natura' delle Instagram Stories, attualmente non è più presente sulla pagina del calciatore.
MAZZOLA ATTACCA: "PENSI A GIOCARE, I CORI ALLO STADIO NON SONO RAZZISMO" «Meglio che stia zitto e pensi a pedalare e a fare gol». All'AdnKronos, Sandro Mazzola, commenta così l'attacco di Mario Balotelli, ex attaccante dell'Inter, a Toni Iwoby, neo-senatore leghista, cui il calciatore, attualmente al Nizza, ha rivolto parole di critica per la sua militanza con la Lega. Per Mazzola Balotelli «deve stare attento a quello che dice» perché «ha detto una cosa che non va, una cosa non giusta». Sui cori razzisti nello stadio poi minimizza: «Sono una cosa solo di sport, un modo come un altro di attaccare gli avversari, nulla a che fare con il razzismo», assicura l'ex 10 dell'Inter e della nazionale degli anni '60 e '70.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 7 Marzo 2018, 16:44
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