In carcere per un anno e mezzo ma era innocente: l'avevano scambiato per il fratello. Ivan chiede maxi risarcimento: «Voglio 300mila euro»

Ivan Petrelli condannato a 11 anni e poi assolto per un pestaggio a cui non aveva mai preso parte

In carcere per un anno e mezzo ma era innocente: l'avevano scambiato per il fratello. Ivan chiede maxi risarcimento: «Voglio 300mila euro»

di Redazione web

Ha trascorso quasi un anno e mezzo tra carcere e domiciliari, ma era stato condannato a causa di uno scambio di persona. Ora chiede allo Stato un maxi risarcimento che non gli ridarà indietro il tempo perduto, ma potrebbe riconoscergli 300mila euro per quell'errore giudiziario che ha stravolto la sua vita e quella della sua famiglia. A presentare la richiesta è Ivan Petrelli, 45enne di Carmiano, in provincia di Lecce, che è stato ingiustamente detenuto a causa di un pestaggio a cui non ha mai partecipato. Una spedizione punitivia alla quale, invece, aveva preso parte suo fratello, all'epoca dei fatti molto somigliante (come si può notare nella foto pubblicata dal Corriere del Mezzogiorno: a sinistra Ivan, a destra il fratello Mimmo). 

Cosa è successo

La sera del 10 settembre 2018 nelle campagne di Carmiano avvenne un pestaggio da parte di un branco di sei persone ai danni di due uomini sospettati di aver rubato in casa di uno dei componenti del gruppo. Le due vittime furono prelevate in casa, portate in un luogo isolato e picchiate con calci e pugni.

Poi fu chiesta loro la somma di 8mila euro a titolo di "risarcimento". Il 16 ottobre furono emesse sei ordinanze di custodia cautelare con le accuse di sequestro di persona a scopo estorsvio e lesioni personali aggravate, tra i destinatari c'era anche Ivan Petrelli. A incastrarlo furono le dichiarazioni di una delle vittime. Una volta arrestato, Petrelli si avvalse della facoltà di non rispondere, ma quando sei mesi dopo si decise a professare la sua innocenza fu ritenuto inattendibile. A dimostrare che quel giorno non si tovava sul luogo delpestaggio, le perizie sui gps di auto e cellulare. Seguirono l'autodenuncia del fratello Mimmo, le dichiarazioni spontanee degli altri destinatari dell'ordinanza di custodia e anche la testimonianza della moglie di uno degli aggrediti, che negò la presenza di petrelli nel gruppo che aveva prelevato suo marito da casa. Il Tribunale del Riesame gli restituì la libertà nel gennaio 2020, ma appena un mese dopo arrivò la sentenza di condanna a 11 anni emessa dalla Corte d'Assise, sentenza poi ribaltata in Appello.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Gennaio 2024, 16:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA