Più di un anno in carcere senza ricevere nessuna visita: a sorpresa gli viene concesso di abbracciare il suo cane Zair

La direttrice della struttura detentiva ha disposto un incontro con l'affetto più caro dell'uomo

Più di un anno in carcere senza ricevere nessuna visita: a sorpresa gli viene concesso di abbracciare il suo cane Zair

di Pierangelo Tempesta

Un anno in carcere a Lecce senza mai ricevere visite. Così per un detenuto la direttrice del carcere, Marie Teresa Susca, insieme con la dottoressa Monica Rizzo, hanno disposto un incontro con il suo affetto più caro, un cane.

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L'incontro tra il detenuto e il suo cane


Protagonisti della toccante storia che arriva dal Salento sono un detenuto originario di una cittadina della provincia e il suo cane Zair. Dopo una detenzione di oltre un anno senza mai aver ricevuto visite, e considerata la grande rilevanza al mantenimento delle relazioni personali e affettive pregresse, nei giorni scorsi è avvenuto l'emozionante incontro: l'appuntamento tra il detenuto e il suo amico a quattro zampe si è svolto in un roseto che lo stesso detenuto ha realizzato e accudisce all'interno del carcere.

Un angolo fiorito dove si avverte aria di serenità e di grande cura.

La direttrice del carcere

Prima dell'arresto vivevano in simbiosi: l'uomo, un senza tetto, aveva come unica compagnia l'animale. Un legame forte e intenso tra loro, interrotto dall'arresto, e dal conseguente affido del cane ad una famiglia pugliese. L'incontro, avvenuto nei giorni scorsi, è durato quasi due ore. «È stato emozionante per lui e per tutto il personale del carcere che si è impegnato affinché il desiderio di questo detenuto potesse realizzarsi», racconta Maria Teresa Susca, direttrice del carcere di Lecce che ha coordinato ogni fase dell'iter per permettere l'incontro, avvenuto in sicurezza in un'area verde presente nella struttura. «Abbiamo voluto esaudire questa richiesta anche per la circostanza - spiega - che il detenuto non fa colloqui con nessuno. Si sono spesi tutti per questo incontro: la polizia penitenziaria, il funzionario giuridico pedagogico che segue il detenuto, così come anche il suo avvocato». La direttrice del carcere non esclude un secondo incontro.

I promotori dell'iniziativa

«Tutto questo - affermano i promotori dell'iniziativa - ci fa ben sperare che l’importanza che si dà all’individualizzazione del trattamento detentivo sia il punto di forza per la rieducazione dei detenuti. Tale trattamento è l’unico in grado di rispondere ai particolari bisogni della personalità di ciascun soggetto, ancora più efficace se si dà particolare attenzione al modo in cui il soggetto ha vissuto, alla sua storia specifica, al suo vissuto familiare».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 25 Ottobre 2023, 19:21
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