Catherine Deneuve: «Ho fatto due tatuaggi, ma uno non potete vederlo. Dell’Italia amo tutto, tranne la politica»

L'attrice ospite al Festival: «Non ho mai voluto essere un sex-symbol»

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di Manuela Santacatterina

«Avevo una cicatrice e l’ho coperta». Catherine Deneuve spiega così a un ristretto numero di giornalisti come mai abbia deciso di farsi un piccolo tatuaggio sul collo del piede raffigurante un tribale a forma di ala. «Ma l'altro non potete vederlo», aggiunge sorridendo. L'attrice, occhiali da sole, elegante vestito nero con fantasie estive e una sigaretta elettronica sempre tra le dita – è stata ospite del 71° Taormina Film Festival dove ha ritirato il premio alla carriera e presentato il suo ultimo film, “Spirit World – La festa delle lanterne” di Eric Khoo, dal 26 giugno al cinema. Un film giapponese sul confine tra vita e morte, in cui interpreta una celebre cantante francese che, dopo un concerto a Tokyo, comincia un viaggio tra due mondi, quello dei vivi e quello dei morti.

«Non so se in Europa si potrebbe scrivere una sceneggiatura del genere. È una cultura con un punto di vista totalmente differente dal nostro sulla morte», ammette Deneuve che riflette anche su uno dei temi del film, il saper conciliare famiglia e lavoro. «Ci si deve prendere il tempo di cui si ha bisogno, perché la vita non è solo quella sul set. Per me è sempre stato naturale. Quando non lavoro ci sono la famiglia, gli amici, i nipoti. Anche se non sono una nonna che fa le marmellate».

L'attrice francese, che rifiuta le etichette di sex symbol e diva - «Ho seguito la mia evoluzione personale e non mi sono mai sentita una diva», sottolinea. «Sembra una parola dall'accezione positiva, ma è un sinonimo per dire egoista e capricciosa» - parla anche dell'emergenza legata ai femminicidi. «Non accede solo in Italia, ma in tutto il mondo», spiega. «Molte donne che hanno denunciato non sono state ascoltate o si è intervenuti quando era ormai troppo tardi. C'è una lentezza nella giustizia, anche in Francia. E non è un problema da risolvere che riguarda solo la politica».

Una carriera lunga 70 anni nella quale ha spesso intrecciato il suo percorso professionale con quello dell'amico Gérard Depardieu recentemente condannato a 18 mesi per aggressione sessuale. «Non rispondo a domande su di lui e sul Me Too. Quello che dico viene poi distorto dai giornali e dai social», taglia corto Deneuve che ha recitato anche in film italiani, da “Anima persa” di Dino Risi a “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli. «Del cinema italiano di oggi ammiro molto Alice Rohrwacher. La trovo poetica e originale. E poi amo Marco Bellocchio e Nanni Moretti», racconta l'attrice. «Amo il vostro Paese: i suoi luoghi, la cultura, la lingua. Amo tutto, tranne la politica».


Ultimo aggiornamento: giovedì 12 giugno 2025, 05:00
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