Ed eccola di nuovo qui. Com'è tornare?
«Ho più paura. Sarà che sto crescendo (ride, ndr)».
Perché la ballad sull'amore?
«Perché l'amore (come l'odio) ha una peculiarità che accomuna: è un sentimento che provano tutti almeno una volta nella vita. E non c'è un genere migliore di un altro. Esiste solo la bella canzone».
Amore del ci ringhiamo da lontano come cani, e ci pensiamo ancora più vicini?
«Canto l'amore nel momento in cui una relazione tiene in manette istinto e voglia, piuttosto che razionalità e orgoglio. Quando basterebbe il silenzio di un bacio».
Quanta autobiografia?
«Tanta. Come in tutte le mie canzoni, non riesco ad andare di fantasia. O perché vivo troppo. O perché non sono tanto bravo (scherza, ndr)»
E quindi chi è la sua lei?
«Sempre Giulia. Cambio le macchine, ma non le donne».
In tempi di crisi, che significa cantare l'amore?
«A pensare positivo. Scrivere canzoni è terapeutico. Un auto-scavarsi dentro, per poi buttarsi fuori».
A proposito, ha scritto per Ramazzotti, Nannini, Pausini. Saranno nel disco?
«No, solo io. C'è solo un quattro mani con Paolo Valli che con Celso, produce e arrangia l'album. Sono canzoni vissute l'unica d'amore è quella che porto in gara. Un disco lavorato a Bologna, come se ripartissi da zero».
Chi porta come ospite nella serata dei duetti?
«Un artista al pari della persona, con la sua canzone (che avrei voluto scrivere io)». [Edit: Simone Cristicchi con Ti regalerò una rosa]
E dopo Sanremo?
«Da maggio il tour nei teatri. Con il mio pubblico (non solo femminile) che sto cercando di consolidare».
Sanremo 2020: l'intervista ad Enrico Nigiotti di Rita Vecchio - video Davide Fracassi/Ag.Toiati Leggi l'articolo completo su
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