Sanremo 2020, Enrico Nigiotti: «La mia Baciami adesso per i timidi romantici»
Ed eccola di nuovo qui. Com'è tornare?
«Ho più paura. Sarà che sto crescendo (ride, ndr)».
Perché la ballad sull'amore?
«Perché l'amore (come l'odio) ha una peculiarità che accomuna: è un sentimento che provano tutti almeno una volta nella vita. E non c'è un genere migliore di un altro. Esiste solo la bella canzone».
Amore del ci ringhiamo da lontano come cani, e ci pensiamo ancora più vicini?
«Canto l'amore nel momento in cui una relazione tiene in manette istinto e voglia, piuttosto che razionalità e orgoglio. Quando basterebbe il silenzio di un bacio».
Quanta autobiografia?
«Tanta. Come in tutte le mie canzoni, non riesco ad andare di fantasia. O perché vivo troppo. O perché non sono tanto bravo (scherza, ndr)»
E quindi chi è la sua lei?
«Sempre Giulia. Cambio le macchine, ma non le donne».
In tempi di crisi, che significa cantare l'amore?
«A pensare positivo. Scrivere canzoni è terapeutico. Un auto-scavarsi dentro, per poi buttarsi fuori».
A proposito, ha scritto per Ramazzotti, Nannini, Pausini. Saranno nel disco?
«No, solo io. C'è solo un quattro mani con Paolo Valli che con Celso, produce e arrangia l'album. Sono canzoni vissute l'unica d'amore è quella che porto in gara. Un disco lavorato a Bologna, come se ripartissi da zero».
Chi porta come ospite nella serata dei duetti?
«Un artista al pari della persona, con la sua canzone (che avrei voluto scrivere io)». [Edit: Simone Cristicchi con Ti regalerò una rosa]
E dopo Sanremo?
«Da maggio il tour nei teatri. Con il mio pubblico (non solo femminile) che sto cercando di consolidare».
Sanremo 2020: l'intervista ad Enrico Nigiotti di Rita Vecchio - video Davide Fracassi/Ag.Toiati
Ultimo aggiornamento: Martedì 4 Febbraio 2020, 15:59
© RIPRODUZIONE RISERVATA