Facebook colpevole di aver favorito la disinformazione e alterato le menti degli utenti. Questa è l'ultima accusa al social network arriva da Roger McNamee, tra i primi investitori nella società di Mark Zuckerberg. In un'intervista alla Cnbc, McNamee ha commentato il Russiagate e i dati diffusi nei giorni scorsi da Facebook, secondo cui 150 milioni di statunitensi nel periodo delle elezioni presidenziali avrebbero visto i post divisivi pubblicati da una «fabbrica di troll» russa.
«Tutte queste persone sono state 'zuckeratè», ha detto McNamee. «I loro cervelli sono stati alterati e sono arrivate a credere a cose non vere. Voglio che Facebook contatti ognuna di loro». Le parole di McNamee arrivano a pochi giorni di distanza da quelle di Sean Parker, presidente di Facebook agli esordi dell'azienda, secondo cui i social media «approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana» con un meccanismo che crea dipendenza come una droga
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