Il ritorno di Peruzzi: "Qui per aiutare la Lazio". Lotito: "Dovevo pensarci prima"

Il ritorno di Peruzzi: "Qui per aiutare la Lazio". Lotito: "Dovevo pensarci prima"
Da una parte la scelta di Peruzzi, dall'altra un mea culpa che, nemmeno nei momenti più bui, c'è mai stato. Nell'anno in cui la sua popolarità è crollata il presidente della Lazio Claudio Lotito prova a cambiare rotta.


Ecco dunque che a Formello arriva il direttore tecnico. Una figura tanto invocata dai tifosi, quanto ignorata dal patron biancoceleste che per una volta fa autocritica: «E' la figura giusta per dare dopo 12 anni una ristrutturata alla società ha ammesso Lotito - con persone che hanno fatto la storia di questo club. Negli ultimi anni forse ci siamo preoccupati più degli aspetti strutturali e sostanziali che di quelli emozionali».

Servirà comunque altro per riavvicinare la gente alla società che, dopo il caso Bielsa, è scesa addirittura in piazza: «Avevamo bisogno di una persona che si dedicasse 24 ore al giorno ai problemi di raccordo tra squadra, allenatore e società ha continuato - così come di rappresentanza all'esterno, quindi con la tifoseria».

Peruzzi, forte dei suoi otto anni alla Lazio, conosce bene l'ambiente ma non promette miracoli: «Non ho la bacchetta magica, non lasciatevi incantare dalla gente che dice di avere la ricetta giusta perché sono stupidaggini. Bisogna essere persone vere, serie e fare il proprio lavoro». Poi parla dei tifosi: «A uno che è abbonato da 40 anni non gli posso dire io cosa sia la Lazio anzi è lui che deve spiegarlo a me. Sono a disposizione di tutti per cercare di trovare soluzioni». Adesso vuole aprire un dialogo costruttivo: «Chi ama la Lazio sa che questo muro contro muro non fa bene a nessuno. Criticare è giusto soprattutto da parte di chi fa dei sacrifici e spende soldi di tasca propria ma cercare la polemica per forza è puerile».


Lui nello spogliatoio, Tare dovrà fare il diesse a tempo pieno: Dovremo interagire continuamente come già stiamo facendo. Io sto con la squadra, il mercato è roba sua». Il messaggio ai giocatori è chiaro: «Ho spiegato che esigo rispetto per le regole e per me, perché io ne porto a loro. Noi siamo a disposizione 24 ore al giorno e loro dovranno ripagarci dando il massimo in campo con gli atteggiamenti giusti». In chiusura minimizza il caso Keita-Lulic: «È una cosa che non si dovrebbe mai fare, ma durante i ritiri succede sempre che due ragazzi esagerino. Non è stato un gesto in relazione a chissà cosa ma siamo semplicemente stanchi». Leggi l'articolo completo su
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