ROMA – La “seconda volta” di Tre piani, dopo la lunga attesa della première - rimandata dal Covid e poi finalmente vissuta sotto i riflettori del Festival di Cannes a luglio scorso - è l’anteprima romana alla vigilia dell’uscita in sala di oggi. In assenza di Nanni Moretti, che ha affidato i discorsi sul suo nuovo film alle attrici protagoniste: Margherita Buy, Alba Rohrwacher, Elena Lietti, Denise Tantucci. «Perché non c’è Nanni? Bisognerebbe chiederlo a lui», dice Buy. Solo la componente femminile, dunque, di questo recinto di ossessioni che è il condominio borghese al centro della scena, qui come nel romanzo di Eshkol Nevo da cui è tratto il film: tre appartamenti su tre piani in cui si giocano le sorti di tre famiglie (più una) riconducibili alle categorie psicanalitiche di Es, Io e Super io.
Ci sono Lucio e Sara (Riccardo Scamarcio ed Elena Lietti), che lasciano spesso la figlia di 7 anni in custodia agli anziani vicini di casa (la quarta famiglia, interpretata da Anna Bonaiuto e Paolo Graziosi), finché una sera la bimba scompare per qualche ora col nonno putativo scatenando in Lucio terribili dubbi.
Il riferimento è al meccanismo di sottrazione con cui viene raccontata una vicenda fortemente drammatica: “Nanni ha cercato l’autenticità dei personaggi – sottolinea Rohrwacher – Ha fatto un lavoro profondo, sofisticato, non immediato. L’autenticità non va confusa con la spontaneità, che è un approdo più semplice, rassicurante, che mette tutti d’accordo”. E ha rappresentato un gruppo di donne “inizialmente imprigionate, ma che vivono una grande evoluzione. Al contrario degli uomini, che restano congelati nelle loro idee e nel loro modo di agire”, spiega ancora Buy, secondo cui “ognuno, in Tre piani, può trovare qualcosa di sé e delle nostre piccole vite”. “Uno sguardo compassionevole – secondo Elena Lietti – sulle vicende misere di queste famiglie, che ci insegna a perdonare le nostre sventure”.
Leggi l'articolo completo su
Leggo.it