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«Tutto è iniziato nel 2014 - ha spiegato - perché ho sporto querela per percosse e minacce di morte, ma è sopraggiunta l'archiviazione. Anche lei mi ha querelato sostenendo che in quella stessa circostanza l'avevo chiamata "oca grossa con il sedere grosso"».
La situazione è degenerata quando i Carabinieri le hanno comunicato che doveva abbandonare la casa ed evitare tutti i luoghi frequentati dalla vicina. «Sono stata costretta a vivere in auto perché a mio carico c'erano tante querele. Mi ha accusata di palleggiare tutta la notte, di mettere la musica a tutto volume, di imbrattarle di feci e di urine le sue lenzuola stese. Una serie di calunnie che hanno spinto il pubblico ministero a questo provvedimento... La mia vita è stata disintegrata. Sono stata condannata a due anni di carcere e poi assolta».
A quel punto la conduttrice ha chiesto, data la vicenda surreale, se erano state portate prove e testimonianze contro di lei. In attesa di una eventuale replica della controparte Elena ha concluso: «Anche i testimoni chiamati in causa hanno smentito la sua versione dei fatti. La situazione è ulteriormente peggiorata in sede d'appello perché mi ha fatto un sacco di altre querele, anche per il post a Barbara D'Urso». Leggi l'articolo completo su
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