Stefano, anche lei deve gestire il successo e l’immagine. Come si trova un equilibrio?
«Nei social, ad esempio, a volte mi mostro come i miei personaggi e altre mostro qualcosa di me stesso, ma c’è sempre una dose di rappresentazione. In quella dimensione funziona la spontaneità e credo si possa mettere qualcosa che ci appartiene anche nell’artificio dell’immagine».
Il suo personaggio incarna il valore salvifico della cultura...
«Questo è un momento di titoli più che di articoli, di immagine più che di contenuto, ed è bello che il prof sia un portatore sano di cultura. È bravo anche perché sa che “chi pensa deve agire”, come si legge in una scritta che compare nel film».
Oggi sembra che i titoli di studio siano un demerito.
«Mi spaventa molto che non ci siano competenze politiche anche in ruoli chiave del governo. Sembra che basti farsi portavoce di un malessere, cercare consenso, ma non so quanto potrà durare questa bolla fatta di promesse e rassicurazioni emotive».
Il prof diventa nel film una figura paterna. Che significa essere padre?
«È una domanda difficile. Credo un padre non debba arroccarsi nella figura astratta dell’educatore che impone le sue leggi, ma stare in ascolto per capire le esigenze dei figli».
In Andrea Carpenzano ha ritrovato qualcosa di lei agli inizi?
«Io voglio fare l’attore da quando avevo 6 anni, lui ci è finito per caso e ancora non sa se continuare, ma ho riconosciuto in lui lo sguardo da neofita sulle cose del set, lo stesso che avevo io al mio primo film in America con Pupi Avati (Fratelli e sorelle, ndr). Era come se vedessi finalmente il mistero del cinema svelarsi davanti a me».
Lei, nella vita, che rapporto ha con lo sport?
«Non seguo il calcio e lo sport preferisco praticarlo piuttosto che guardarlo, amo darmi degli obiettivi, allenarmi. Ora con il mio personal trainer mi sto preparando per l’Half Ironman».
Sul set ora è impegnato con Ozpetek...
«È un regista che amo, sa mantenere un approccio poetico e concreto insieme. Stiamo girando una bellissima commedia umana, La dea della fortuna».
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