Nonostante le particolari sensazioni che avevo, non rinunciai ad organizzarmi con un amico per cenare assieme, una volta terminata la sessione di registrazione.
Quando ci trovammo fuori dal ristorante lui mi venne incontro e mi abbracciò, proprio come si abbraccia un amico che non si vede dall'estate prima.
Per un attimo rimasi incerto nel pensare se avessi dovuto respingere un gesto di tale normalità e naturalezza. Mi parve assurdo solo averlo pensato.
Ricambiai l'abbraccio e ci sedemmo al tavolo come sempre nella nostra vita.
Mi stavo chiedendo quale fosse l'ultima cena fuori trascorsa in totale spensieratezza, ed anche se la sto raccontando, non fu quella.
Non la ricordo, come non ricordo l'Ultimo bacio (Carmen Consoli) dato per strada alla mia ragazza.
Immagino mille violini suonati dal vento.
Dev'essere stato bellissimo. Leggi l'articolo completo su
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