Qual è il suo ruolo?
«Sono l'assistente di Forti, molto innamorata di lui non solo dal punto di vista fisico ma anche professionale, perché per dieci anni è stato il suo mentore. Da qualche mese hanno una relazione ma quando lui perde la memoria la rimuove completamente».
Come si è preparata?
«Abbiamo avuto l'occasione di parlare con dei medici del Gemelli, mi sono ispirata a una dottoressa che ho affiancato. Ho però dovuto fare uno sforzo per mantenere la freddezza, perché io sono molto più empatica del mio personaggio».
Il dottor Piccioni è venuto sul set?
«Sì, più di una volta, e l'ho sempre monopolizzato perché lui dopo l'incidente ha deciso di occuparsi di neuroscienze e ci siamo scambiati i numeri perché vorrei seguire le sue conferenze itineranti».
Da dove nasce il suo interesse per questo tema?
«Da piccola volevo fare il medico e ho studiato psicologia, è la mia materia. Ho sempre amato serie e film sui medici, soprattutto E.R. ma anche Dr House o Grey's Anatomy».
Trova giusto che la fiction vada in onda durante l'emergenza Coronavirus?
«Sì perché era stata programmata in questo periodo e bisogna mantenere una sorta di normalità, lasciare una parentesi per alleggerire i pensieri e non entrare nel loop di paranoia. Del virus se ne parla già tanto, anche in programmi che non sono qualificati a farlo».
Come sta vivendo la quarantena?
«Leggo, guardo documentari e mi riposo, perché prima ero sul set dalla mattina alla sera. Soffro un po' la solitudine, ma fortunatamente esistono le videochiamate».
Dopo questa serie dove la vedremo?
«Nella commedia È per il tuo bene di Rolando Ravello, dove interpreto la figlia che tutti vorrebbero avere, che però a un certo punto ha un colpo di testa; e nel film drammatico Futura di Lamberto Sanfelice, dove sono una giovane madre e moglie, che deve occuparsi del marito disastrato».
Da Gomorra a I moschettieri del re, ha sempre alternato dramma e commedia.
«Sì, è molto stimolante passare dall'uno all'altra. A livello attoriale mi viene però più naturale il dramma, mentre mi devo impegnare un po' per raggiungere il registro della commedia».
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