Aveva un piano B, se la recitazione non avesse funzionato?
«Fare l’insegnante, perché amo parlare e sono bravo con i ragazzi».
La sfida maggiore di Knightfall?
«Dare vita ad un personaggio come Talus, che non è facile decifrare né particolarmente simpatico. Sono anche tornato a cavalcare, ma non montavo a cavallo dal ’75 e la produzione trema alla sola idea che mi faccia male e che metta a rischio il loro investimento».
Perché le piace?
«È uno che fa quello in cui crede anche se poi insegna ai templari a combattere, il che vuol dire diventare sicari di Cristo. Non è un ossimoro?»
Qual è il segreto di un buon progetto?
«Una storia forte, personaggi in cui identificarsi e il senso dell’umorismo».
Ad una certa età si è troppo vecchi per amare Star Wars?
«Assolutamente no, la passione non ha data di scadenza».
Lei ama i supereroi?
«Mi piaceva guardare Batman in tv e mi è piaciuto vedere l’ultimo Superman al cinema, sono sempre stato appassionato di fumetti».
È appassionato di storia?
«Certo, ma l’America non impara dai suoi errori».
Cosa si augura per Star Wars: L’ascesa di Skywalker, in cui la vedremo a dicembre?
«Che sia all’altezza della mitologia della saga. Anche se Carrie Fisher (la Principessa Leila, ndr.) mi mancherà moltissimo».
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