Un primo concerto lungo più di due ore, con oltre venticinque titoli da rivivere in un gioco di luci, laser ed effetti che lasciano il suo pubblico a bocca aperta. A un certo punto Marco chiede di abbassare le luci, di spegnere tutti i cellulari perché “in due ore di spettacolo concedersi due minuti di buio, silenzio, ascolto e concentrazione non è chiedere molto. Poi era l'unico escamotage trovato per stare fare fermi tutti”. Ed è stato emozionante. Emozionante e sorprendente come il suo ingresso sul palco, un po' alla Michael Jackson ma non solo. Abito bianco compreso.
Non c'è pausa, perché tra un cambio d'abiti e l'altro ci sono dei monologhi: il primo è il più leggero anche se non lo è. Parla delle esperienze che si fanno nella vita. "Con l’età ti ritrovi sempre di più a lottare contro tutto quello che ti succede e a doverti rialzare". Per Marco siamo 60 per cento acqua, 30 per cento le persone che incontri e il 10 che manca? “E' il tempo che manca per godere di tantissime cose che ci passano vicine perché la vita va avanti e non guarda in faccia nessuno. Mi manca quello che ho perso e non avrò mai ma è giusto così perché non si può avere tutto dalla vita...”.
Nel secondo monologo la parola chiave è indifferenza. E su questo tema Marco è diretto: “Io ho cercato in questi 10 anni di fare tutto il possibile di restare me stesso, cerco di vivere con il mondo che mi circonda, cerco di mantenere i rapporti coi miei amici, con le persone che incontri tutti i giorni. Non mi tiro indietro ad andare al bar, a mangiare un pizza, se una signora viene messa sotto da una macchina non mi tiro indietro anche se sono famoso perché non la devo aiutare? Sono anche andato dai carabinieri a fare denuncia. E la signora non ti ha riconosciuto? No...”. E ride. E fa bene perchè con il suo tour, anticipato dalle cinque anteprime europee di Berlino, Zurigo, Monaco, Parigi e Madrid, ha già venduto quasi 200 mila biglietti. La prossima volta lo vedremo riempire finalmente uno stadio? Leggi l'articolo completo su
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