Måneskin, il concerto all'Olimpico. Tutta la band dalla A di Agnelli (Manuel) alla Z di Zitti e Buoni. Articolo nello speciale Leggo

B come i bus che prendevano dopo i primi live alla lettera I c’è Iggy Pop innamorato perso di loro

Måneskin, il concerto all'Olimpico. Tutta la band dalla A di Agnelli (Manuel) alla Z di Zitti e Buoni. Articolo nello speciale Leggo

A come Agnelli. Manuel: mentore, coach, guru. Artista in proprio talmente måneskinizzato che nelle interviste non vuol quasi più sentirne parlare.

B come Bus. Tornavano a casa dai live per strada coi mezzi pubblici. Chitarre, tamburi, piatti, amplificatori. Stracchi, sfatti, felici.

C come Corso (via del). Il primo palcoscenico, Roma, centro storico. Curiosi e turisti. Cachet oscillante, da 60 a 100 euro al giorno. Esentasse.

 

Questo articolo fa parte dello speciale di Leggo sul concerto dei Måneskin di venerdì 21 allo stadio Olimpico di Roma

 

 

 

Måneskin, il concerto all'Olimpico. La storia della band: dal marciapiede al mondo, l'ascesa di 4 ragazzi di Roma. Articolo nello speciale Leggo

 

D come Damiano. Bello e maledetto. La prima è una constatazione, la seconda una maschera. Ma per ogni frontman che si rispetti, il valore aggiunto.

E come Eccentrici. Ma anche estroversi, energetici. Con la benedetta sintesi dei ragazzi, pragmatizzano: «Scappati di casa».

F come Fluidi. Cogli l’attimo (sessuale). Come molti della loro età. E noi qui, ancora a chiedere a lei «hai mai avuto storie con una ragazza?» e ai maschietti «hai mai avuto storie con un ragazzo?». Anche basta, no?

G come Grammy. Sfiorato, per un pelo. Ma intanto la candidatura resta là: candidati come «migliori nuovi artisti». Mica poco.

H come Hotel. «Che senso ha sfasciare una camera d’albergo? Mica siamo i Sex Pistol». L’hôtellerie ringrazia.

I come Iggy Pop. Innamorato perso, elettrizzato. «Måneskin gave me a big hot buzz». Seguono linguacce, corna di sodalità rockettara, yeaaaah e repertorio annesso.


L come Look. Victoria: «Ci piace pettinarci, truccarci, vestirci». Gli stilisti fanno a gara.

M come Marlena. Svelarne l’identità sembrava più cruciale che scoprire il terzo segreto di Fatima, quel «torna a casa» echeggiava come un appello della Sciarelli a “Chi l’ha visto?”.

 

 

N come Numeri. Da record. Attualmente: in classifica in 28 nazioni, 44° posto nella Top Global Spotify, 1.362.965.466 streaming solo per “Beggin’”.

O come Ossessione. «Da bambino volevo sempre cantare e cantare e cantare…» (Damiano).

P come Pole dance. Altro che finto sado Fedez-Rosa Chemical a Sanremo! Momento antologico, indimenticabile: 30 novembre 2017. Stivali sopra il ginocchio, tacchi a spillo, hot pants, maglietta a rete strappata al momento giusto, occhi bistrati. Damiano (sempre lui) che fa il pole dancer mentre canta “Kiss this” degli Struts è il più forte sommovimento ormonale intersessuale registrato negli ultimi dieci anni di tv.

Q come Quinte. Cosa si nasconde di proibito off the stage? Tranqulli: no sex, no drugs e perfino no drinks. Lo giurano sul Manuale dei Giovani Rockers.

R come Rock. È vero rock o non è vero rock? This is the question. Ormai pallosissima. Ai posteri l’ardua sentenza, il poster ai fans.

S come Stones. Chi erano quei quattro scatenati vecchietti che hanno cantato dopo i Måneskin il 6 novembre 2021 all’Allegiant Stadium di Las Vegas?

T come Talent. “X Factor”: quelli arrivati secondi che conquistano il mondo.

U come Ultimi. «A “X Factor” secondi e avete fatto il botto. Qui a Sanremo come sperate di arrivare?». Victoria, senza fare un plissè: «A questo punto, ultimi».

V come Victoria. Dieci dita per quattro corde. D’acciaio le une e le altre. E il basso vola alto.

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