Maestro Moroder: perché un live e perché proprio ora?
«La verità? Da 5 anni ho cominciato a divertirmi con i dj-set. Per me, che ho passato la vita in studio di registrazione, il rapporto diretto col pubblico è stata un’emozione fortissima. Così, ho cominciato a pensare a un vero e proprio live».
Partito il 1° aprile da Birmingham, il suo Celebration arriva in Italia il 17, 18 e 19 maggio per le tre date di Milano, Roma e Firenze. Prima tappa al milanese Teatro Ciak. Che festa sarà?
«Innanzitutto celebro un decennio per me magico: con gli Oscar per Flashdance di What A Feeling’ e Take My Breath Away in Top Gun, ma ci sarà spazio per almeno una ventina di pezzi, tra i quali non potrà mancare I Feel Love, la canzone da cui partì tutto, con Donna Summer, erano gli anni 70».
Lei ha collaborato con molti artisti da David Bowie a Cher a Freddie Mercury: per quali il suo cuore batte di più?
«Su tutti, due divine come Donna Summer e Barbra Streisand. Ma con Donna ho realizzato quasi 80 brani, con lei è stata amicizia vera, fino alla fine. Vivevamo nello stesso palazzo».
La sua carriera cominciò negli anni 60, musicista in una band in giro per l’Europa. Poi Berlino e l’elettronica, una rivelazione.
«Città incredibile, stimolante ma, dopo un po’, soffocante, con quel Muro che schiacciava le menti. Difatti, mi spostai a Monaco. Dove conobbi Donna».
Essere italiano, di Ortisei vicino a Bolzano, è stato un vantaggio o uno svantaggio per farcela negli States?
«Nè l’uno né l’altro, grazie al cielo laggiù le cose le fai se hai idee e talento. E fortuna, anche».
Lei è classe del 1940, stessa generazione dei Lennon e dei Jagger: ha vissuto la golden age del rock ma non l’ha mai amato vero?
«Lo ascoltavo distrattamente. No, non è mai stata la mia musica. Il synth, non la chitarra, è stato lo strumento della mia vita».
Chi le piace della scena musicale attuale?
«Lady Gaga senza dubbio: sa comporre, cantare, recitare, ha vinto un Oscar. Ha tutto. E non mi dispiace nemmeno la scena hip hop». Leggi l'articolo completo su
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