Morelli in "Falla girare": «Un action movie tra complotti e social»

Morelli in "Falla girare": «Un action movie tra complotti e social»

 «La marijuana non esiste più». La notizia, che da un Tg all’altro si diffonde nel mondo, apre “Falla girare” di Giampaolo Morelli, produzione IIF e Vision Distribution con Prime Video, dove sarà disponibile in esclusiva da venerdì. Abbiamo incontrato Morelli che del film è anche interprete con Laura Adriani, Ciro Priello, Fabio Balsamo, Giovanni Esposito, Michele Placido.


Ritmi action, poco usuali nel cinema italiano, e note da commedia, nazionale e americana: come è nato il film?
«L’intenzione era fondere le mie culture, la napoletana e l’americana in cui tutti siamo cresciuti. C’è molto del cinema che mi ha fatto sognare negli anni Ottanta».
Figlio di magistrato ed ex-studente di Giurisprudenza, perché questo tema?
«La marijuana è il pretesto per parlare di un attentato alle libertà. Si deve sempre poter scegliere».
Ambientato in un mondo distopico, in realtà il film è molto attuale.
«Sì, per il virus si parla di complotto, come è successo per il Covid. E sui social, ognuno dice la sua».
Una critica?
«Non ai social, ma a certa banalità. Il mio personaggio, Natan, che in quel mondo si muove, esprime anche punti di vista validi. A proposito dei filtri per foto, dice che tutti usiamo filtri per proporci perché al naturale saremmo deludenti».
Portante è il tema della felicità.
«I social ci hanno avvicinato ma siamo tutti più soli».
Torna la critica, quindi.
«Sui social, non esiste più il vero oggettivo, tutto può essere confutato, ma è anche un bene: una dittatura faticherebbe a trovare consenso unanime».
Quando ha presentato il soggetto, ne aveva due, cos’era l’altro?
«Sempre action ma più poliziesco. Prima o poi lo farò».
Sarà il prossimo da regista?
«Chissà… Sto iniziando ora a lavorare al nuovo film. Ho più spunti».
Meglio attore o regista?
«Sono affascinanti entrambi, ma da attore non so più quanta forza ho di fare set dopo set».

Preferisce avere tempo per scrivere storie da film?
«Sicuramente». Leggi l'articolo completo su
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